Woman’s Land

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Si presenta con una nuova veste musicale il sassofonista Stefano Di Battista in questo nuovo progetto Woman’s Land, rispetto all’idea “che ci eravamo fatta di lui”. Sara’ stato il passaggio ad una nuova casa discografica, la piu’ piccola e attenta Alice Records. Che, nonostante non possa reggere il paragone curriculare con la Blue Note, che aveva dato alla luce diverse produzioni del sassofonista, probabilmente ha contribuito con un rapporto piu’ “familiare” (che non vuol dire assolutamente meno professionale) a dare un tono piu’ rilassato al disco.


Certamente le fasi di vita familiare del nostro Stefano gli hanno dato stimoli nuovi e diversi.


E poi ancora l’incontro con il giornalista Gino Castaldo.



 


Insomma, al di la’ delle motivazioni socio-familiari e delle congiunzioni astrali, Woman’s Land si presenta come un disco meno cerebrale e orchestralmente e compositivamente piu’ sciolto rispetto ai precedenti, con arrangiamenti serrati e asciutti. Di sicuro emotivamente piu’ diretto e cantabile.



 


Un disco dedicato alle donne, di tutte le epoche e nazionalita’. Sarebbe stata certamente una goduria poter assistere alle discussioni, ai brainstorming, che hanno portato a scegliere 11 personaggi (piu’ Alda Merini che presta la voce nella title track) storici o meno, eroine letterarie o ben radicate nel loro tempo, donne forti, anticonformiste, incapaci di accettare qualsivoglia convenzione sociale rispetto al ruolo a cui voleva destinarle il proprio mondo. Eppure mai “lista” fu piu’ variegata e pregna di significati.



 


Si parte con Mary Bloom, eroina dell’Ulisse di Joice. Melodia di pentatoniche e modalita’ creano la giusta dinamica sospensione per descrivere i tumulti interiori del personaggio. Da segnalare oltre alla materializzazione di uno scorcio di My favorite things, il primo bell’acquisto del disco, Jonathan Kreisberg, giovane chitarrista americano che si sta facendo ben conoscere anche in Italia.



 


La russa Valentina Tereskova, prima donna ad essere “spedita” (e’ il caso di dirlo) nello spazio nel lontano 1963 per celebrare la grandezza sovietica, viene vista con un funk alla 007.



 


Per celebrare Rita Levi (Montalcini), altra ribelle alle convenzioni che volevano la donna angelo del focolare, Stefano Di Battista ricorre a sua maesta’ Ivan Lins, che per l’occasione compone un testo originale per la suadente melodia del leader.



 


Dal charleston per Coco Chanel si arriva al bop di Ella, costretta a consolare col canto la propria vena artistica che avrebbe preferito scarpette e tutu’, in cui eccelle la ritmica composta nientepopodimeno che da Jeff Ballard alla batteria e Francesco Puglisi al contrabbasso. Madame Lily Devalier, altra eroina letteraria, questa volta dello scrittore Tim Robbins, gronda rhythm and blues da tutti i pori, in netto contrasto con i toni della successiva Josephine Baker, di cui si celebra la volonta’ di mettere la propria popolarita’ a servizio della lotta per l’emancipazione dei neri e a sostegno delle campagne di Martin Luther King.



 


Esplosivo il groove di Maria Lani, fascinosa modella, ma ancor piu’, abile truffatrice di famosi pittori. Convinse artisti del calibro di Chagall, Matisse e De Chirico a farle dei ritratti che le sarebbero serviti per un film. Salvo poi rubarli tutti e rivenderli alle gia’ notevoli quotazioni dell’epoca negli Stati uniti. Avventura, suspence, intrigo affidate inoltre alla tromba di Fabrizio Bosso.



 


Anna Magnani e’ di una struggente intensita’ e apre al finale in cui si celebrano due “donne” che definire diverse tra loro e’ poco, la prima legata al passato piu’ antico che riuscite ad immaginare, l’altra alla modernita’ piu’ tecnologica. Ha forse poco di rivoluzionario per se stessa Lucy, se non in quanto decisiva scoperta archeologica, l’ominide femmina di 3 milioni di anni scoperta nel 1974 in Etiopia e piu’ volte celebrata con grande emozione dai libri del suo scopritore C. Donald Johanson e ora anche dal duo Bosso/Di Battista con una melodia ariosa sostenuta dai bassi ostinati del piano di Roberto Tarenzi, che si alterna per tutto il disco con l’ottimo Julian Oliver Mazzariello. Decisamente un altro tipo di donna e’ Lara Croft, eroina virtuale di uno dei videogiochi piu’ innovativi nato piu’ di 15 anni fa. Affascinante, provocante e devota all’avventura.



 


Chiude il disco un prezioso regalo di Alda Merini che ci dona le sue riflessioni sul senso della vita accompagnata dall’evocativa title track. Dona pace e serenita’, dopo un viaggio nel tempo, nello spazio e nella musica di uno dei musicisti di punta del nostro jazz.



 


Stefano Di Battista aprira’ il XXIII ORSARA MUSICA JAZZ FESTIVAL il primo agosto con un doppio concerto. Nel primo sara’ affiancato dalla brava Nicky Nicolai per un omaggio a Mina. Nel secondo duettera’ con il grande Jerry Bergonzi, altro protagonista del Festival.



 


Per info: www.orsaramusica.it






Musicisti:


Stefano Di Battista,sax alto eamp; soprano
Jeff Ballard, batteria e percussioni
Jonathan Kreisberg, chitarra elettrica e acistica
Francesco Puglisi, contrabbasso
Roberto Tarenzi e Julian Oliver Mazzariello, pianoforte
Ivan Lins, voce in Rita Levi
Fabrizio Bosso, tromba in Josephine Baker e Madame Lily Devalier

Brani:
01. Molly Bloom
02. Valentina Tereskova
03. Rita Levi
04. Coco Chanel
05. Ella
06. Madame Lily Devalier
07. Josephine Baker
08. Maria Lani
09. Anna Magnani
10. Lucy
11. Lara Croft
12. Woman’s Land



 


Link:


Stefano Di Battista: www.stefanodibattista.eu


Alice Records: www.alicerecords.it

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