La VII edizione del Festival Internazionale “Piano Solo” ideato da Paolo Francese e Matteo Napoli apre alla musica contemporanea, ospite del Salone dei Marmi di palazzo di Città dal 5 al 19 dicembre, con una prima esecuzione assoluta.
Il Natale musicale salernitano sarà, impreziosito dal Festival Internazionale “Piano Solo”, ideato da due giovani ed affermati pianisti Matteo Napoli e Paolo Francese, supportati dal Comune e dalla Provincia di Salerno, unitamente alla collaborazione dell’Ateneo salernitano e della storica ditta di pianoforti “Alberto Napolitano”.
La rassegna, che è riuscita a conquistare sin dalla sua prima edizione, una vasta fetta dell’esigente pubblico salernitano, è giunta alla sua VII edizione. L’interessante cartellone, che prevede tre appuntamenti dal 5 al 19 dicembre, sarà ospite della sua abituale cornice del Salone dei Marmi di Palazzo di Città, luogo che è una delle chiavi del successo di questo festival, quella dell’aver ridonato un luogo particolare a Salerno, il cuore pulsante della sua casa comunale, scelta indovinata dall’assessore alle politiche culturali Ermanno Guerra.
Quest’anno “Piano Solo”, presentato questa mattina alla stampa, ospite di Ermanno guerra, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, dal direttore artistico Paolo Francese e dalla docente di estetica musicale del nostro ateneo Clementina Cantillo, sterza decisamente verso la musica contemporanea, presentando una prima assoluta, nata dall’eterno binomio di arte e musica, affiorante già dal manifesto, che propone sulle mura della nostra città, uno dei tredici guerrieri di bronzo di Daniel Spoerri, annunciante l’evento clou della rassegna, il concerto del 19 dicembre, nel corso del quale verrà vissuta la prima esecuzione assoluta dei “Krieger der Nacht” di Thomas Fortmann.
La rassegna prenderà il via venerdì 5 dicembre con un rècital del pianista Giorgio Costa, interamente dedicato a Fryderyk Chopin, alla sua immensa indipendenza dell’immaginazione e della passione, unita ad un’assoluta correttezza e purezza, alla limpidezza delle strutture e alla chiarezza dello stile, con l’esecuzione integrale delle ballate, fusione perfetta e indissolubile di melodia non fine a se stessa e dinamica unita alla loro inconfondibile costruzione armonica, tale da lasciare l’ascoltatore in un totale stato di attenzione/emozione.
Il 12 dicembre saluterà il ritorno del duo pianistico spagnolo composto da Carlos Lama e Sofia Cabruja, che dedicherà al pubblico salernitano una “Serenata Spagnola”. Ricordiamo la loro intesa totale, nel ritmo, nel colore, nello spirito, una vera dissimulazione del gioco combinatorio e articolato che si riuscirà a godere attraverso le comunicative partiture di Moszkowski, Basomba, Albèniz e De Falla, dall’avvolgente ed esaltante fascino iberico.
Per preparare il grande evento del 19, nella mattinata del 16 dicembre, “Piano Solo” sarà ospite della facoltà di Lettere e Letterature straniere del nostro ateneo, per un incontro con Thomas Fortmann, autore de’ “I Guerrieri della Notte”, pagina della quale illustrerà il concepimento, inaugurando un dibattito sul tema “Dalle suggestioni del rock alla musica colta: “Guerrieri della Notte: Archetipi del subconscio”, introdotto da Angelo Meriani e Paolo Francese.
La serata finale del festival, il 19 dicembre, sarà consacrata interamente all’esecuzione dei “Krieger der Nacht” di Thomas Fortmann, per due pianoforti e batteria, affidata ai pianisti Carlo Alessandro Lapegna e Paolo Francese e al batterista Devis Tarolli. Il pezzo è stato ispirato dai tredici guerrieri bronzei di Daniel Spoerri, opere ormai storiche, che documentano l’adesione dell’artista al Nouveau Realisme, simbolo di quella vocazione a inventare nuove immagini, a narrare nuove storie, partendo dagli oggetti comuni, banali e riassemblati in modo da dare vita a composizioni ricche di suggestioni.
Dal punto di vista compositivo ed estetico, Fortmann ha unito il suo interesse per la numerologia all’amore per questi statue. La struttura formale è di tipo classico, ma racchiudente l’espressività e l’energia che è alla base del fenomeno rock, un vero brogliaccio di appunti per aprire un ferace dialogo tra diversi linguaggi espressivi.