L’amore come tema centrale, l’amore segreto al giorno d’oggi paragonato alla ribellione contro il proibizionismo americano degli anni ’20, amore proteso verso il raggiungimento del piacere che si consuma secondo le leggi della clandestinità sfuggendo agli stereotipi che ammanettano gli istinti, anche quelli più animaleschi, dell’individuo.
“Amare per vivere, sopravvivere all’amore. Otto tracce che raccontano le debolezze dell’uomo, tra utopie e fallimenti”.
In questo disco si tradisce e si viene traditi, si dà spazio a viaggi introspettivi e temporali dove il sentimento non è rivolto necessariamente a una donna, ma anche a storie, a terre incantate e remote o semplicemente a un sogno che si rincorre.
Il blues, che nel percorso del disco abbraccia diversi generi, su tutti il cantautorato italiano, rotola lento e richiama sensazioni e atmosfere che traspirano nostalgia. Chi ascolta “Proibizionismo” probabilmente si ferma a pensare e sicuramente si è già ritrovato in qualche modo in almeno una delle storie che vengono raccontate. Ovviamente, senza dirlo a nessuno.
“Più che un disco, ‘Proibizionismo’ è un diario, uno specchio che gira e rigira mentre ti accorgi che in quel magico mondo sei passato pure tu”.
Il primo singolo estratto dall’album, l’omonima settima traccia “Proibizionismo”, in uscita per Revubs il 22.03.2019 è un condensato perfetto dell’atmosfera rinvenibile nel disco. Da una parte il tango per mantenere alto l’erotismo, dall’altra le parole giuste, precise, dosate, quelle del Don Giovanni di provincia, profeta di un amore imperfetto che vuole sfuggire dall’eros preconfezionato del giorno d’oggi. Adulterio? Approccio? Abbordaggio? Peccato? Si può chiamare come lo si vuole, ma ognuno di noi lo ha vissuto almeno una volta.
Nel videoclip del singolo, un elegante attaccabrighe inciampa in un’annoiata ragazza seduta da sola al bancone di un locale. Il braccio di ferro di sguardi porterà al successo il talento del protagonista sulla vana resistenza di lei, e i due vivono consapevolmente la speranza di svegliarsi più tardi possibile dal sogno di quella notte, le cui fila sono sapientemente (ma silenziosamente) tessute dai Carbonara Blues.