Non piu’ solo swing

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Pezzi originali e cover come nel precedente Swing’n’Roll. E stavolta poi lo swing incontra il sound delle marching band di New Orleans, il reggae, il primo rhythm’n’blues anni ’50 e molto altro ancora in Waiting For The One, terzo album per Sugarpie and the Candymen.

Ne abbiamo parlato con Georgia Ciavatta, alias Sugarpie, nel corso di quest’intervista che ci ha gentilmente concesso.

 

 Come va letto/interpretato il titolo Waiting For The One?

Letteralmente significa Aspettando Quello Giusto. Come band stiamo aspettando di essere nel posto giusto al momento giusto. Ci aspettiamo e crediamo che quest’anno sara’ l’anno giusto per farci conoscere anche dal grande pubblico. Puntiamo al massimo!

 

In che modo avete scelto le cover dell’album cosi’ diverse tra loro?

Abbiamo voluto creare un disco il piu’ eterogeneo possibile e rendere cosi’ omaggio a diversi artisti scegliendo tra i mostri sacri come i Queen e Michael Jackson e gli artisti contemporanei come Beyonce’ e Britney Spears.

 

In questo nuovo disco c’e’ anche molto piu’ pop che avete rivisitato a modo vostro. Come mai?

Abbiamo voluto dimostrare che perfino i brani piu’ pop possono essere rivisitati e corretti e possono acquistare una nuova vita sonora ed essere ugualmente affascinanti, se non di piu’!

 

Come nascono invece i vostri pezzi originali?

I brani originali di questo disco sono creazioni di Jacopo Delfini. C’e’ un brano scritto sul suo mentore Django Reinhardt che racconta la vita di questo grandissimo chitarrista cui Jacopo si ispira. Poi ci sono i brani che possono essere letti come i racconti di tanti aspetti e fasi dell’amore. E poi c’e’ Dusty, unico brano in italiano, scritto dal batterista Roberto Lupo appositamente per me. Questo brano parla infatti di una sognatrice ad occhi aperti, di un’inguaribile romantica, spesso ancora troppo utopista.

 

Count Basie o Louis Jordan li citate esplicitamente come vostre influenze per alcuni arrangiamenti. Ci sono anche riferimenti “italiani” dal punto di vista musicale?

Negli arrangiamenti direi di no, ma ovviamente, essendo italiani, siamo tutti affezionati a certe cose della nostra musica. Dal vivo suoniamo sempre qualcosa nella nostra lingua e viene apprezzato, guarda caso, soprattutto all’estero. Lo scorso autunno abbiamo preparato uno “show alternativo” rivisitando canzoni del Trio Lescano, del Quartetto Cetra e degli altri classici italiani ed e’ stata una bellissima esperienza di “riavvicinamento” alle proprie radici.  E in ogni disco cerchiamo sempre di inserire una canzone in italiano, in questo caso “Dusty”, una specie di scherzosa autobiografia di Sugarpie! 

 

Pensando alla vostra musica non si puo’ non pensare alla parola vintage, vocabolo che va tanto (e a volte forse troppo) di moda. Voi come vi rapportate al vintage, anche riguardo alle vostre copertine, alle vostre foto e al vostro look?

D’Annata e di pregio. Lo si diceva del buon vino. Vintage e’ una parola che definisce le qualita’ superiori ed il valore di un oggetto prodotto almeno vent’anni prima del momento attuale. Io sono una appassionata di vintage dall’oggettistica agli abiti, al look, alle abitudini. Cosi’ ho voluto dare una forte impronta old fashioned anche all’immagine del gruppo. Sono stata supportata dalla bravissima Silvia Berzero e da Stefano Callea che con grande maestria ci hanno saputo ritrarre in maniera meravigliosa, trovando le location piu’ giuste e allestendo scenografie molto azzeccate.

 

Nel cd suonano anche alcuni ospiti tra cui Gregory Agid da New Orleans. Com’e’ nato l’incontro con lui?

Ho conosciuto Gregory Agid al JazzAscona nel giugno del 2012.

Entrambi partecipavamo a questo meraviglioso Festival diretto da un grande amico e professionista, Nicolas Gilliet. Nell’ottobre dello stesso anno Nicolas porto’ me ed i miei ragazzi in viaggio a New Orleans. Fu amore a prima vista, un’esperienza indimenticabile sia musicalmente che umanamente. Il suono di New Orleans ci rimase nel cuore! Sono tornata a NoLa altre volte ed e’ venuto naturale voler rendere omaggio al sound di questa citta’. Gregory e’ stato nuovamente ospite al Festival di Ascona la scorsa estate e cosi’, intanto che passava di qua, abbiamo colto la palla al balzo proponendogli una collaborazione!

 

E con gli altri invece com’e’ andata?

Ognuno di noi ha scelto un ospite e con uno studiolo itinerante siamo andati di casa in casa a registrare le collaborazioni. Abbiamo avuto l’onore di poter collaborare con grandissimi musicisti come Rudi Migliardi, Giovanni Colombo, Fausto Beccalossi, Daniele Richiedei e tanti altri.

 

In conclusione quasi d’obbligo vi chiedo: dopo l’uscita del disco suonerete dal vivo?

Noi viviamo di live! Il 6 di febbraio siamo ripartiti alla volta di Zermatt per una settimana di concerti a suon di progressive swing presso il The Pink Club dell’Hotel Post. Dopo questa settimana di concerti saremo a Roma su RadioRai, ospiti di Stereonotte.

 

 

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