Una serie di eventi e appuntamenti che finalmente fanno riapparire qualche segnale di vita e di speranza nel deserto delle proposte concertistiche e delle iniziative che da anni guadagna sempre più terreno a Napoli. Questo significa, innanzitutto, il nuovo programma autunno-inverno del New Around Midnight Jazz Club, allestito e curato dal direttore artistico Vincenzo De Falco in collaborazione con l’associazione del circolo e del locale sito in via Bonito 32, zona Vomero. Il fitto e stimolante calendario di date del mese di novembre è stato inaugurato nel migliore dei modi dal doppio set dal vivo che sabato scorso ha visto protagonista il contraltista statunitense Sherman Irby accompagnato dal contrabbassista Marco Marzola, dal pianista James Hurt e dal batterista Darrell Green. L’approdo a Napoli del quartetto è stato innescato da un tour europeo di dieci date partito a fine ottobre da Marghera, proseguito con una doppia trasferta in Polonia e successivamente rientrato in Italia per toccare alcuni dei più rinomati jazz club dislocati tra il Nord e il Sud della penisola.
La collaudata intesa del quartetto, e in particolare la decennale frequentazione e collaborazione tra il veterano contrabbassista emiliano e l’imponente sassofonista originario dell’Alabama, è attestata da ben quattro album (tra cui anche il “Live At The Otto Jazz Club” pubblicato nel 2010) e numerosi concerti che hanno interessato soprattutto la sponda atlantica degli Stati Uniti. A partire dal 1982 Marzola ha infatti soggiornato e operato per lungo tempo in quel di New York, luogo in cui è avvenuto il suo incontro con Sherman Irby, quest’ultimo trasferitosi nella Grande Mela per lavorare e incidere dapprima con Betty Carter e Roy Hargrove e poi finire nell’attuale organico della celebre Jazz At Lincoln Center Orchestra diretta da Wynton Marsalis.
Il retroterra di formazione dei due musicisti è giusto quello che ha caratterizzato e scandito i cinquanta minuti del primo set, un repertorio di brani originali firmati da Sherman e da Marzola alternato da una curata e per nulla ovvia scelta di standard ottimamente arrangiati e interpretati. Ad aprire le danze e a riscaldare l’atmosfera è stata pertanto la coltraniana Mr. P.C., lavorata e cesellata in un magico crescendo che per quindici minuti ha dato modo di svelare immediatamente l’interplay del gruppo e il solido bagaglio tecnico che lo sorreggeva nelle trame collettive e nelle sortite individuali. In particolar modo si è potuto apprezzare il fraseggio pulito, scoppiettante ma granulosamente bluesy di Irby, magistrale nel padroneggiare anche il registro a cavallo tra jazz modale e hard bop che costituiva l’altra espressione della composizione. In essa ampio spazio hanno occupato anche i singoli assoli del giovane pianista James Hurt e di Marzola, mentre il drumming ricercato ma prestante di Green ha sottolineato con abile lavoro di piatti, spazzole e rullanti il ritmo battente del tema e le sue sfumature più libere e improvvisative.
Dopo la leggiadra Laura’s Love Song, bossanova in chiave di ballad composta da Irby quale dedica sentimentale per la propria compagna, la discorsività del quartetto ha mutato ulteriormente rotta stilistica per eseguire Depth, bel brano ricco di tensione urbana e frizzante anima post hard bop tratto dal song-book di Roy Hargrove, cavallo di battaglia di Irby per rammentare la bella epopea vissuta al fianco dello scintillante trombettista texano ed euforica occasione per Green di dimostrare la propria classe con un serrato e formidabile assolo di batteria. Irby e soci proseguono e terminano il set con le suadenti armonie di un’altra piacevole ballad, utilizzata stavolta da James Hurt per metter in luce il suo tocco inventivo e viscerale, ornamentale ma essenziale, degno riflesso della più gloriosa tradizione pianistica di scuola newyorkese. Un poco perplesso nel suo elegante gessato grigio, Sherman Irby, è costretto dal personale del club a fermare la giostra. Mancano pochi minuti alle ventitre ed è necessario che i presenti lascino tavoli e sedie al folto numero di appassionati che fuori attendono di entrare per godersi il secondo set, in pratica una formula che il circolo ha pensato bene di mettere in piedi per sopperire all’esigua capacità del club (una settantina di posti a sedere) e preservare allo stesso tempo un’atmosfera di relax, ottima visione e attenta partecipazione. Confidenziale e amabile come si è mostrato per tutta la durata dell’esibizione, Irby saluta e ringrazia, lasciandoci risuonare in testa e nell’anima le piacevoli sensazioni che anche il jazz più canonico e mainstream, se d’ottima fattura, non manca mai di regalare.
Napoli, 1 novembre 2014 – New Around Midnight Jazz Club
Sherman Irby & “MMT” (Marco Marzola Trio)
Musicisti:
Sherman Irby – alto sax
James Hurt – piano
Marco Marzola – double bass
Darrell Green – drums