il diario: #1 – Buona la Prima

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“Questo e’ un teatro pubblico ed e’ giusto garantire la giusta diffusione della musica e della cultura.Sono parole che dico ogni volta ma che non mi stanchero’ mai di ripeterle”

Riparte con queste parole di Gennaro Pasquariello, organizzatore e conduttore di Palco Libero, l’importante rassegna per gruppi e artisti indipendenti del Teatro Trianon Viviani di Napoli. Giunta alla sua terza edizione grazie al successo conquistato precedentemente per il suo concept, semplice, qualcuno potrebbe definirlo banale, ma estremamente importante: diffondere la musica e permettere agli artisti e alle band che non hanno i santi in paradiso (mi riferisco a contratti con majors) di potersi esibire in un teatro il quale palco ha  ospitato e ospita ancora big della musica e del teatro partenopeo e italiano, avendo a disposizione una struttura
deputata, con una rara acustica, uno staff tecnico e un impianto professionali, assicurando anche un’articolata attivita’ di supporto, con informazione alla stampa, comunicazione nei social media e realizzazione di un “promo” con l’esibizione dal vivo.

Dopo circa cento band campane promosse su questo palco e dopo il successo di Antonio Prestieri, in arte Maldestro, nella scorsa edizione, vincitore anche dei premi Ciampi, Siae, Afi e De Andre’, altre sessanta band si alterneranno nella kermesse per farsi conoscere al grande pubblico e soltanto per due ci sara’  la possibilita’ di partecipare alla Festa Europa della Musica che si terra’ a Eboli il 21 giugno. A presentare il Festival di Eboli e’ stato proprio il patron e organizzatore Luigi Nichelotto, fondatore di una azienda che organizza e sostiene eventi nell’ambito dello spettacolo) il quali si e’ dimostrato veramente contento di questa partnership con il teatro e
della voglia di poter collaborare nella promozione della musica e delle band che vinceranno. Per poter arrivare a questo, le band saranno giudicate dal pubblico e da una giuria di tecnici composta da giornalisti e produttori
discografici.

Ieri sera si sono alternate sul palco tre band anziche’ quattro per via della defezione del Bassvoice Project del chitarrista Pippo Matino e della cantante Silvia Barba, trattenuta a casa per motivi di salute; le altre erano  Slice+,Marco Francini e Crimini in blues.

Il primo ad esibirsi e’ stato proprio il cantautore napoletano che offre al pubblico un irriverente repertorio legato al teatro canzone, tra monologhi, aneddoti e contaminazioni musicali di vario genere dedicando molta attenzione
alla tradizione partenopea e la canzone d’autore italiana.  Riesce con grande professionalita’ a raccontare storie semplici, come un fatto di corna di un famoso compositore italiano nella canzone “Carlo e Maria”, o feroci e  violente realta’ quotidiane e sociali, ponendo attenzione a non cadere ne’ nel banale ne’ nel ridicolo.Questa sua capacita’ ce la mostra con le canzoni “Siamo tutti Gay” e “Zingari”, quest’ultima vincitrice del Premio Recanati nel 1993. A fargli da spalla il bassista Vittorio Nicoletti Altimari e il percussionista Francesco Manna.

“Viviamo in una citta’ dove si fa tutto slice”. E’ con questa battuta del percussionista Agostino “Agostik”  Mennella che parte l’esibizione del progetto del duo composto insieme a Jessica “StranJess” Abruzzese intitolato Slice+. Musicista eclettico con numerose collaborazioni con artisti italiani e  internazionali, Agostino Mennella presenta una band composta da tutti giovani, energici e dalle sonorita’ jazz e pop con testi tutti dal sapore  internazionale, e scritti rigorosamente in inglese. La band si lascia trascinare dalla presenza scenica e dalla bravura della cantante e in un pezzo mi sembrava di ascoltare la voce di Sky dei Morcheeba. La band funziona bene, anche quando si confrontano con canzoni di artisti come Fiona Apple, e puo’ ancora crescere tanto diventando dei validi e seri professionisti grazie alla guida e all’esperienza del loro mentore Agostinik.

 

A chiudere la prima della rassegna ci pensa la band Crimini in Blues, nata dal progetto definito “metamusica”  dalla compositrice napoletana Valeria Frontone.  Il progetto, dichiara, si pone l’obiettivo di riscrivere  musicalmente e testualmente standard jazz e di assoli del grande John Coltrane. Il tutto grazie alla  professionalita’ e collaborazione dei musicisti e della voce meravigliosa di Assia Fiorillo. Senza di lei questo progetto non potrebbe esistere. E’ stato costruito sul suo timbro e sulla sua personalita’. E’ un progetto che si rinnova ogni volta, con musicisti diversi; un continuo mutare e un continuo rinnovarsi come se fossero tanti  dischi nuovi. Ma passiamo alla parte piu’ interessante, ossia allo spessore del progetto. Assia si muove lenta, quasi a voler dosare la sua forza e la sua bravura, un ritmo che va crescendo, come nei migliori film noir:  suspence, ritmi lenti. Colpi di scena in questi crimini blues.

E la prima giornata e’ andata..ora attendiamo martedi’ prossimo con le altre quattro band. Chi calchera’ il palco del teatro del popolo? Seguiteci e lo scoprirete. Non solo racconteremo la rassegna ma siamo presenti anche nel ruolo di giurati. Anche a noi tocchera’ l’arduo compito di decidere, grazie al nostro voto e al nostro  suggerimento, di decidere quali band vinceranno la rassegna. Volete sapere chi ci e’ piaciuto di piu’ delle prime tre? Ovviamente non ve lo diciamo. A presto.