Firmato dalla Bazee Records arriva in scena l’esordio di una giovanissima cantante ma già di ottime premesse: Alessia Luche. Il suo disco è già nei digital store e si intitola “Talent Show” e fa bella mostra di un pop tra fiati swing e drumming funky, passeggiando con posa seducente tra canzone d’autore (a cura del produttore Eugenio Ciuccetti) e giovanissima prestanza vocale che di certo non si tira indietro e gioca la partita anche se con qualche ingenuità. Bella anche l’unica cover del disco a chiudere la track list: “At Last” di Etta James. E a questo giro la label affianca alla cantante brianzola la bella voce dell’ungherese Erika Kertesz. Un esordio che la dice lunga sulle prospettive e sugli orizzonti. Buon lavoro da segnare come riuscito.
Dai Talent alla discografica vera. La prima grande differenza?
Direi che la prima grande differenza è il modo di pensare e lavorare. Tutto diventa più professionale, programmato, inizia a diventare un vero lavoro.
Quante metamorfosi hai vissuto prima di essere quella di “Talent Show”? Quante ancora stai inseguendo?
Tante, soprattutto perché si parla dei miei primi 20 anni di vita, quelli più colorati e spensierati. Passi da un anno all’altro sentendoti più grande. L’adolescenza, la maggiore età, tante trasformazioni. La voce cambia, il tuo modo di pensare e le cose che puoi fare, e proprio perché sono i primi 20 anni sono sicura che in futuro cambieranno ancora tantissime altre cose. Tranne la voglia di fare musica, quella è sempre rimasta.
Bazee Records ha saputo vestire l’artista che vuoi diventare o è accaduto il contrario?
Lavorando insieme ci si conosce sempre meglio, si capiscono sempre più i gusti e le aspettative reciproche. Ovviamente i punti in comune sono tanti già all’inizio, se no non si comincerebbe neppure a collaborare. Ma poi è solo col tempo che prende forma un progetto davvero comune, assumendo la sua identità definitiva.
Il brano del disco a cui sei più vicina?
Ci sono tanti brani a cui sono vicina sia per lo stile che per il significato. Se dovessi citarne uno direi ” Lasciami lo spazio”.
E invece il brano del disco che meno ti somiglia?
Trasformazioni di me, dal punto di vista dello stile musicale, è stata davvero una novità. Un genere con cui in passato non mi ero mai confrontata. Ma il testo mi rappresenta moltissimo. Quindi direi un fifty-fifty.
La cover di “At Last” chi l’ha scelta? E come mai questo duetto tutto al femminile?
“At last” è un brano a cui sono molto legata, è il mio portafortuna. Quando mi è stato proposto di inserirla nell’album non ho potuto che dire si. È il primo brano sul quale la mia etichetta mi ha sentito la prima volta. Il duetto tutto al femminile invece nasce dopo aver conosciuto Erika Kertesz, ad Amsterdam, ad agosto 2014. Con lei è nata una bella collaborazione ed essendo una cantante jazz è venuto spontaneo chiederle di cantare con me su questo pezzo.