L’imbarazzo della scelta, torna il punkautore Chiazzetta con un nuovo album

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Chiazzetta è un “punkuautore”, scrive come un cantautore e suona come un punkrocker, abita nello stesso mondo dei suoi colleghi cantautori indie, un mondo fatto di precarietà, di speranze e amori di provincia o di quartiere ma lo descrive con le chitarre più cattive, con un linguaggio crudo e provocatorio, preso in prestito dagli amici rapper, saltellando compulsivamente tra l’autobiografico, l’esistenzialismo e la satira sociale.
Chiazzetta dopo ben otto album voleva farne un nono ma non sapeva su cosa farlo, aveva talmente tante idee che c’era l’imbarazzo della scelta, alla fine ha deciso di fare un album proprio sull’imbarazzo della scelta.
L’imbarazzo della scelta, dal 30 novembre in tutti gli store, è un disco per tutte le persone sospese, bloccate di fronte a innumerevoli scelte possibili, intrappolate dietro le sbarre della provincia e delle proprie paure (L’imbarazzo della scelta, Senza paura). La cronaca di decisioni epiche prese ma anche di dubbi e ripensamenti. È l’imbarazzo che c’è prima, durante e anche dopo le scelte fatte (Mare o scuola, Ciniglia, Scontro di sguardi, Un bullo in un film dell’orrore, Fai). È la colonna sonora di una sit-com dove tutti hanno bisogno di aiuto (Scrivimi, scrivimi). È una raccolta di situazioni diversamente sentimentali dove l’amore arriva scelta, come un Governo tecnico o dove si sceglie, anche un po’ troppo di opporsi fermamente alle regole (Un’amica sessuata, La libertà). È l’imbarazzo che mette una nazione e i suoi abitanti (Il vero sballo è dire NO) e infine sono i sentimenti espressi senza alcun tipo di filtro e per questo davvero tanto imbarazzanti (un bacio sbagliato, nemmeno un like, provo cose). L’imbarazzo della scelta è un disco rock, ma anche ballabile e cantabile, nonostante abbia un sacco di parole, forse troppe. Ospiti d’eccezione sono due cantautrici: Mèsa, promessa di Bomba Dischi, anche lei portatrice di rock nell’indie italiano e la giovanissima Marat che con Chiazzetta ha in comune una scrittura surreale e una gran quantità di parole.