Jolanda ‘Jula’ de Palma: NOSTRA per sempre!

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A circa trentacinque anni dal suo ritiro dalle scene e dell’inizio di un lungo esilio – scelte ambedue assolutamente volontarie – Jula de Palma torna a trovare il suo pubblico affezionato ed a rivelarsi ai piu’ giovani con un libro, TUA per sempre, in cui racconta i fatti ed i retroscena della sua vita pubblica e privata. Sound Contest e’ riuscita a raggiungerla per offrire ai propri lettori alcune osservazioni ed impressioni direttamente dalla voce della protagonista.

Sound Contest: Signora de Palma, grazie anzitutto per aver accettato di conversare con noi. Di recente Lei ha pubblicato un bellissimo libro autobiografico dal titolo TUA per sempre: cosa l’ha spinta a scrivere un’autobiografia?

Jula de Palma: La prima spinta e’ venuta da mio marito e da nostra figlia.
Simonetta mi ha chiesto di leggere i 25 diari ed agende che ho scritto, giorno dopo giorno, durante la carriera. Quando e’ riuscita ad arrivare in fondo mi ha detto : “Ma tu ricordi tutto questo? Ma chi sa del tuo lavoro, della tua carriera, della tua fatica? Nemmeno io lo sapevo! Perche’ non scrivi la tua autobiografia? Hai scritto varie novelle, articoli, opinioni… perche’ non scrivere di te?” E mio marito, che queste cose me le diceva da anni, insisteva.
E cosi’, mi sono seduta al computer e nel giro di sei mesi avevo fatto la prima stesura. Questo succedeva nel 2003, ma solo nel dicembre 2009 un Editore (in questo caso, Francesco Coniglio) mi ha chiesto, con entusiasmo,di pubblicarla. Le recensioni sono state tutte ottime, veramente, e ne sono grata ai giornalisti che hanno scritto cosi’ bene ed a lungo. Adesso vedremo se, quando anche il pubblico sapra’ di questo libro, avra’ anche delle buone vendite.
Quel che mi meraviglia e’ che io mi sia sentita a mio agio – “privata” e timida come sono – a raccontare tanto di me, in dettaglio, senza nascondere niente, non solo come artista, ma come donna.
A volte mi vergogno un poco. Ma siccome penso che, se uno fa una cosa, deve farla seriamente, onestamente e senza remore, accetto questo libro cosi’ come e’ venuto.

S. C.: Lei decise, prematuramente e nel pieno del Suo successo, di abbandonare le scene e di trasferirsi oltreoceano. Altri artisti, come Lei, hanno fatto lo stesso, potremmo citare Renato Carosone o Nicola Arigliano, che pero’, in seguito, ci hanno ripensato e sono tornati con grande successo; oppure Mina che, pur senza apparire piu’ in pubblico, ha continuato a produrre grandi successi… Lei, invece, e’ stata inflessibile nella sua decisione, e non vi e’ stata piu’ nessuna occasione di rilievo che L’abbia vista apparire in vesti artistiche…

J. d. P.: Avevo gia’ in pectore l’intenzione di concludere la carriera al 25esimo anno, quando ero ancora nel pieno della mia maturita’ artistica e fisica. Salvo rare eccezioni, non mi piace veder invecchiare in scena quelli che sono stati o sono i miei artisti preferiti. Probabilmente non tutti la pensano come me altrimenti meta’ degli artisti mondiali, che continuano a voler disperatamente e con grandi sacrifici tentare di apparire giovani, non lavorerebbero piu’. Quindi, buon per loro e spero che il pubblico li ricompensi della fatica. Ma a parte questa mia intenzione, ad aiutare Carlo (Carlo Lanzi e’ il marito di Jula de Palma, n.d.r.) e me a prendere questa drastica e dolorosa decisione, c’e’ stato il desiderio di portare via Simonetta da pericoli, costrizioni, controlli e mancanza di liberta’ che erano tanta parte della sua vita mentre, suo malgrado, subiva la fama di sua madre. E siccome, sia mio marito che io siamo persone coerenti, il passo e’ stato…definitivo. Il continuare a fare dischi mi sarebbe forse piaciuto, ma non avevo una mia Casa Discografica ne’ un’organizzazione adeguata, quindi…..un taglio netto e via.

S. C.: Sempre a questo riguardo, sappiamo che c’e’ qualche collezionista che raccoglie scrupolosamente le Sue registrazioni, non ha mai pensato di (far) pubblicare un’antologia della Sua produzione artistica con la raccolta dei Suoi migliori successi…

J. d. P.: Sono addirittura entusiasta di quanto sta accadendo delle mie incisioni. Da quando ho avuto l’onore di essere

considerata una “Collector’s Artist” i miei LP appaiono e si vendono un pò dappertutto, in Internet!! Ho chiamato iTunes per curiosita’ l’altro giorno e sono rimasta sbalordita nel vedere la quantita’ di riedizioni – oltre tutto, in formati diversi – dei miei LP e EP. Inoltre sta per uscire (ed erano anni che fedelissimi chiedevano che questo accadesse) la rimasterizzazione su CD del mio concerto al Sistina di Roma. Si chiamera’ “Jula in Concert” e presentera’, in toto, l’originale di quel concerto che, per me, in una sola sera, ha riassunto una carriera. Il fatto che ancora ne parlino, dopo quarant’anni e’ dovuto all’eccezionalita’ di quel concerto.

Io, unica italiana, ho fatto parte con un mio spettacolo di due ore, dei famosi “Lunedi’ al Sistina” di Garinei e Giovannini. Lo stesso concerto e’ uscito su LP con il titolo “Jula al Sistina” per la RCA ed e’ andato in onda diverse volte negli anni, in TV, con il titolo “Serata d’onore di Jula de Palma“. Gianni (il Genio) Ferrio ha rivestito le canzoni con bellissimi arrangiamenti ed una selezione dei migliori solisti hanno formato l’orchestra. Non potevo desiderare di piu’. Oggi siamo abituati a cantanti che fanno concerti negli stadi, nelle arene, nei teatri. Ma allora, credetemi, era tutta un’altra cosa e questo concerto e’ stato, per me, come battere un record!! E adesso uscira’, finalmente, su CD, per la Heristal.

S. C.: Lei ha partecipato a diversi Festival di Sanremo ed a piu’ di un Festival della Canzone Napoletana, di questi ultimi, pero’, non parla quasi per niente nel Suo libro, mentre si sofferma piu’ volte sui Suoi soggiorni a Napoli per altre attivita’, in radio o in Tv: come mai? Ricordiamo che, in quegli anni, la canzone napoletana era quasi sinonimo di canzone italiana e che Lei ha introdotto nell’interpretazione della canzone italiana, ma anche di quella napoletana, quegli elementi di jazz che avrebbero rappresentato poi una forte innovazione ed un solido punto di partenza per molti interpreti che sarebbero seguiti. Ha poi continuato a seguire l’evoluzione e le nuove vie intraprese dalla musica a Napoli negli ultimi anni; e, se si’, che cosa pensa della musica napoletana odierna? Che cos’e’ rimasto, a distanza di tanti anni, dei Suoi rapporti e contatti con Napoli e che immagine ha – anche dal punto di vista umano – della Napoli di oggi?

J. d. P.: I Festival sono tutti uguali : Sanremo, Napoli, non importa la citta’. Arrivavo a Napoli con canzoni bellissime (“‘O destino e ll’ate“, per esempio), ci mettevo tutta l’anima, facevamo lo 

spettacolo… e poi, se andavo in finale era tanto. C’era sempre chi aveva un’organizzazione locale, ed una popolarita’ locale che funzionavano alla perfezione e tutto finiva li’. Io ero sempre “l’estranea”, e non era certo il pubblico a farmi sentire tale. Il pubblico napoletano ha sempre ricambiato, moltiplicato, il mio affetto. Bellissime critiche sui giornali e, di nuovo, ci cascavo l’anno seguente perche’ il mio amore per la citta’ e per la sua musica erano una calamita troppo forte. Poi, l’ultimo 

Festival e’ stato il peggiore e da quella volta a Napoli sono tornata solo per registrazioni TV e Radio. Penso che lei capisca, da come ne parlo, quanto dolorosa sia stata per me questa decisione e preferirei non entrare in particolari. Per quel che riguarda la musica napoletana di oggi, da qui (Jula de Palma, da quando ha abbandonato le scene, risiede in Canada, n.d.r.) non posso seguire molto. Raitalia, ci porta cose buone e cose meno buone della TV italiana, ma ben poco di Napoli. Io sono e rimango ammiratrice di Massimo Ranieri. Ma penso che Gigi D’alessio stia riuscendo a crearsi un mondo di cantante napoletano moderno e lo apprezzo. Devo però dire che la ringrazio di voler darmi l’onore di aver tentato una qualche forma innovativa per la canzone napoletana. Ma non credo di aver potuto fare molto. O forse, come del resto per la musica leggera italiana, era troppo presto; la gente non era ancora pronta ad accettare cambiamenti. E questa e’ stata la mia fatica, sempre. Oggi, non so. Come le dicevo, non ne conosco abbastanza per formarmi un’opinione. Ma secondo me dovremmo dividere la citta’ e la sua musica in due categorie: quella classica, eterna, dei Bovio – e ne cito solo uno, per non fare torti – che e’ la nostra sacrosanta folk music, celebre e celebrata in tutto il mondo e la canzone nuova che si manifesta anche in musica senza parole, con forme diverse ed espressioni diverse. Per quest’ultima la strada e’ ancora lunga e difficile, ma mi sembra che si faccia notare e che abbia grandi possibilita’ di successo.

S. C.: Recentemente e’ scomparso inaspettatamente il grande Lelio Luttazzi ed e’ di questi giorni la notizia dell’istituzione di una fondazione che porta il suo nome; dal libro si evince quanto hanno rappresentato per Lei Luttazzi, Teddy Reno, e quanto hanno poi contato i vari Gorni Kramer, Gianni Ferrio, Franco Cerri e tanti altri che sono seguiti…

J. d. P.: Si’, la scomparsa di Lelio lascia un vuoto incolmabile. E’ stato il musicista che io ho seguito ed ammirato fin da ragazzina ed e’ lui che ho chiesto a Teddy Reno di incontrare. Con lui ho fatto la mia prima audizione che, come racconto nel libro, e’ diventata una jam session con Kramer! Con lui ho fatto le piu’ importanti e determinanti trasmissioni radio e TV agli inizi della carriera e con lui ho inciso decine di dischi prima alla CGD e poi alla Columbia, dove mi ha seguita. Ecco perche’, proprio come ho scritto a sua moglie Rossana quando mi ha fatto sapere della bellissima Fondazione che ha creato in memoria di Lelio, io sono stata parte della sua vita artistica e lui della mia. Le nostre vite private, erano lontane e ben distinte. Ma gli volevo bene. Tutti gli volevamo bene. E ci manchera’. I dischi che amo di piu’, a cominciare da Jula in jazz No.1, con Lelio ed il complesso e Jula in jazz No.2 con Franco Cerri ed il suo complesso fino ad arrivare a Jula in Concert con Gianni Ferrio, dimostrano che fin dai primi anni ho avuto la gioia ed il privilegio di cantare con grandi musicisti e di avere la loro stima, cosa alla quale ho sempre tenuto di piu’.

S. C.: Nel Suo libro traspare prepotentemente il lato umano ed interiore della Sua persona, e delle persone che La circondano e L’hanno circondata. Questo distacca e mette in evidenza l’immagine della “persona comune” rispetto a quella della “Diva”; un pò – come dice Lei – Jula si contrappone a Jolanda…

J. d. P.: Grazie di queste parole. In fondo, il cercare di far conoscere al pubblico Jolanda, e non solo Jula, e’ stato un altro valido motivo che mi ha spinta a scrivere il libro ed a rivelarmi.

S. C.: Si dice sempre che, dietro un grande uomo, c’e’ una grande donna. Nel suo caso, possiamo affermare che c’e’ stato un grande uomo – che, tra l’altro, e’ anch’egli un ottimo musicista – che ha contribuito a sviluppare la Sua carriera ed a consolidare la Sua posizione di successo?

J. d. P.: Si’. Si chiama Carlo Lanzi ed e’ mio marito da 53 anni!

Un uomo che ha saputo, in molte occasioni, annullare se stesso per essermi di aiuto e sostegno; che mi ha guidata e consigliata; che ha rinunciato alla sua carriera in funzione della mia e non si e’ mai sentito sminuito dalla mia notorieta’, anzi si e’ divertito a fare, in alcune occasioni, il “principe consorte”. Ancora oggi non muovo passo senza di lui. Adesso che nostra figlia, oltre ad essere un buon avvocato, ha una sua vita, suo marito e due belle bambine, noi due siamo ancora piu’ uniti e viviamo ogni nostra giornata felici di essere insieme… E con questa dichiarazione spero di non suscitare troppa invidia!!

S. C.: Salutiamo e ringraziamo ancora Jula de Palma per la sua cortese disponibilita’ e per il privilegio che ha accordato a Sound Contest accettando questa piacevole conversazione.

La recensione di TUA Per Sempre su Sound Contest

 

le foto sono tratte dal sito www.juladepalma.com su autorizzazione della Signora de Palma