“Tony Tammaro Alla Conquista Dell’Italia” al Teatro Diana di Napoli

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Tony Tammaro è da moltissimi anni all’apice del successo popolare, in particolare nell’area territoriale campana ma non solo, con un suo genere di musica molto particolare, spesso definito “demenziale”. Raggiunse l’apice del successo col brano Patrizia (di Baia Domizia), poi c’è stato un crescendo con O’ Trerrote, A’ Smart, e coì via fino ai giorni nostri, col suo ultimo disco Tokyo, Londra, Scalea. Inutile sottolineare che la definizione ”demenziale” è del tutto superficiale e riduttiva, la musica di Tammaro segue un solco nobile e antico, che parte dalla macchietta della tradizione classica napoletana e a cui convergono  le mitiche produzioni degli Squallor negli anni ‘70, un certo filone di Arboriano. Un genere, quindi, più propriamente “demenziale-satirico-umoristico” che, sotto una veste leggera, nasconde significati e denunce spesso anche molto taglienti.

Ce ne parla Tony Tammaro in persona, che abbiamo incontrato in vista del suo prossimo spettacolo Tony Tammaro Alla Conquista Dell’Italia in programma per il prossimo Lunedì, 7 Novembre al Teatro Diana di Napoli.

« Il mio lavoro nasce da una profonda cultura di base della Canzone Napoletana; negli anni’ 90 decisi di riprendere la tradizione macchiettistica napoletana, un genere molto in voga a Napoli negli anni ’30 e ’40 del novecento. Naturalmente l’ho ripresa in chiave moderna, i miei maestri in questo senso sono stati Renato Carosone e Roberto Murolo, almeno per quanto riguarda la parte umoristica della sua produzione artistica. »

Tony, al secolo Vincenzo Sarnelli, ha scelto questo suo pseudonimo “Tammaro” perché ricorda la parola ”tamarro”, cioè proprio quel soggetto scostumato, invadente, ignorante e “sopra le righe” che mette in ridicolo nelle sue canzoni.  Chiediamo a Tony se, secondo lui, grazie al suo successo popolare, la sua denuncia arriva ai diretti interessati e ne deriva poi una riflessione, una reazione positiva e, in definitiva, un miglioramento di questi atteggiamenti. Tony, su questo argomento, è molto indulgente con i conterranei protagonisti delle sue “macchiette”…

« Beh, indubbiamente noi napoletani siamo un popolo un po’ particolare, in realtà siamo un po’ diversi dagli altri, nel senso che siamo molto più coloriti… Proprio nei giorni scorsi ho visto su internet un video umoristico sulle abitudini dei milanesi, sulle loro manie di essere sempre a dieta. La mattina loro si fanno il “mini-cornetto” e noi la “frittatina di maccheroni”:  a noi non ce ne importa niente della dieta e ci diamo dentro: ragù, salse, sugna… Io ci ho scherzato un po’ su, ma poi non più di tanto, perché ritengo che ogni popolo abbia le proprie abitudini e i propri difetti, nessuno si può sentire migliore dell’altro. Poi, un altro mio maestro è stato Edoardo Bennato, che diceva sempre “sono solo canzonette”… alla fine io tengo, in primo luogo, a far ridere la gente, a farla divertire, anche con una risata fine a se stessa. Ieri pomeriggio sono stato invitato a cantare nel carcere di Secondigliano, un luogo dove l’atmosfera era veramente molto, molto triste, ed era evidente sui volti dei detenuti. La mia felicità è stata quando, dopo alcuni minuti, i volti delle persone si sono illuminati e hanno cominciato a ridere. Anche degli stranieri, che probabilmente neanche mi capivano, vedevano gli altri ridere e ridevano loro stessi! Questa è la mia soddisfazione, far divertire la gente, anche con una risata fine a se stessa. »

Tony Tammaro è figlio d’arte, suo padre era il grande cantante, interprete della canzone Napoletana Classica, Egisto Sarnelli.  Nei suoi primi dischi Tony cantava in diletto napoletano, poi ha iniziato a fare anche canzoni in italiano, ma è rimasto un legame molto forte tra il suo filone contemporaneo con la classicità.

« Io sono completamente legato alla classicità perché, prima di fare il cantante, ho fatto il fonico per i quasi  duemila spettacoli di mio padre. Conosco a memoria i testi di quasi tutte le canzoni classiche del repertorio napoletano di papà, che sono quasi duemila. Da questo ho ereditato una caratteristica: nella composizione dei miei testi tengo molto a rispettare le regole e la vera e propria metrica della poesia, su questo ho ricevuto molte volte i complimenti di professori di lettere. I miei testi si possono anche leggere, oltre che cantare facilmente. I cantautori moderni e i “rapper” si cimentano spesso in metriche e rime improbabili, che a volte mettono in difficoltà anche i musicisti che li devono accompagnare…  »

Tony, quale riconosciuto esperto in materia, ha tenuto addirittura delle conferenze e delle lezioni sulla napoletanità e sulla “tamarragine” in qualche Università ed ha anche vinto dei premi alla migliore canzone demenziale…

« Si, mi hanno invitato all’Università Federico II di Napoli e anche da altre parti, ma è stato tanti anni fa…  che neppure mi ricordo… poi sono effettivamente il cantante più demenziale d’Italia, perché sono l’unico ad aver vinto per ben tre volte il festival di “San Scemo” che si tiene a Torino, nessuno l’ha vinto tante volte come me… »

Nell’ultimo disco di Tony Tokyo Londra Scalea c’è un brano che s’intitola Equitalia e proprio in questi giorni Equitalia, quella vera, è in via di rottamazione. Cambierà titolo alla canzone?

« Eh, si, Equitalia la volevo cantare nel prossimo spettacolo al Diana, ma adesso potrò solo prendere la canzone e la dovrò rottamare, non ha più senso, non la potrò cantare più (risata, ndr).  “Va’ bbuo’”, tanto adesso tutte le cartelle passano all’Agenzia Delle Entrate, non è che spariscono, speriamo solo che adesso siano più indulgenti almeno quando l’errore non è grave. Quando arrivavano le cartelle di Equitalia, sapevi solo che dovei tremare, e basta, erano mazzate. E poi, già questa canzone non la stavo cantando più, perché una sera una signora mi disse: “Stasera ero venuta per rilassarmi un po’ e, invece, nientedimeno… pure qua devo sentire parlare di tasse?“ Diciamo che forse il titolo portava pure un poco “seccia”… »

In tanti spettacoli che Tony Tammaro ha tenuto in altrettante piazze, si è spesso presentato da solista, con la sua voce e la sua chitarra. Al Teatro Diana di Napoli invece, il prossimo 7 novembre, sarà accompagnato da un gruppo di musicisti che tiene molto a presentare.

« Quella è la mia “doppia vita”, ho passato 27 anni tra la piazza e il teatro. Ho fatto una serie di spettacoli, io da solo con la chitarra, in piazza davanti a un pubblico di quattro-cinquemila persone… una cosa da incosciente… ma voglio rassicurare il mio pubblico che, quando viene al Diana e paga il biglietto, non vedrà me da solo, ma uno spettacolo vero e proprio, con dei bravissimi musicisti che mi accompagneranno , ci saranno Nino Casapulla al piano, Paolo Pollastro al basso, Luciano Aversana alla chitarra, Tony Martuccelli alla batteria e Rossella Bruno ai cori… Troverete una band vera e propria, uno spettacolo completo. Vi aspetto! »

Ringraziamo e salutiamo Tony Tammaro e rinnoviamo a tutti l’appuntamento per Lunedi 7 novembre 2016 alle ore 21:00 al Teatro Diana, in via Luca Giordano 64, a Napoli.