Il suono energico degli Oregon al Parmajazz festival

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La Ventesima edizione del ParmaJazz Frontiere Festival aprirà il 25 ottobre al Teatro Due alle ore 18.00 con un concerto degli Oregon (biglietti: euro 18,00 intero, euro 15,00 ridotto). Sul palco gli storici fondatori della band, Ralph Towner (chitarra), Paul McCandless (oboe e sax soprano), con Paolino Dalla Porta (contrabbasso) e Mark Walzer (batteria e percussioni) che da anni fanno oramai parte di questo storico progetto che continua ad ascoltare e a raccontare le musiche del mondo e a inseguire il sogno di un linguaggio nuovo e, forse, meravigliosamente irraggiungibile.

“Era un periodo meraviglioso, unico, in cui sentivi il cambiamento; pieno di colori, non solo musicali”. Così il grande pianista Franco D’Andrea ha descritto gli anni ’70, l’epoca in cui quattro studenti universitari americani fondarono gli Oregon. A quarantatrè anni dal primo disco del gruppo Music of Another Present Era, Ralph Towner e Paul Mc McCandless sono ancora sulla scena, alla ricerca di un linguaggio aperto al jazz come alla musica orientale e a quella classica. La formazione degli Oregon è cambiata nel corso dei decenni. Dopo la prematura scomparsa di Colin Walcott nel 1984, gli Oregon si sciolsero per ricostituirsi tre anni dopo con un nuovo percussionista, Trilok Gurtu, che diede seguito alla ricerca sulle sonorità orientali intrapresa dal collega fino al 1993, anno in cui fu sostituito da Mark Walker. Recentemente uno dei fondatori, il contrabbassista Glen Moore, ha lasciato il posto al nostro Paolino Dalla Porta. Negli anni con gli Oregon hanno suonato grandi jazzisti come Elvin Jones ma anche orchestre sinfoniche come la Moscow Tchaikovsky Orchestra.

Le tante vicende ed esperienze del gruppo non hanno minimamente intaccato lo spirito originario del progetto. Gli Oregon continuano ad ascoltare e a raccontare le musiche del mondo e a inseguire il sogno di un linguaggio nuovo e, forse, meravigliosamente irraggiungibile.
Bello che siano loro a inaugurare la ventesima edizione di un festival come Parma Jazz Frontiere, che è nato e vive per documentare e dare respiro a questi sogni.