L’evoluzione della specie e quella del cantautore

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“Evolution” è un disco che FREI confeziona con la premura di questi tempi moderni e con la necessità di liberare fantasie e nuove proiezioni. L’immaginazione assurda ma non folle di una vita parallela, ma anche di una nuova realtà fatta di macchine e di etiche animali, porta FREI a confezionare un disco che suona benissimo (tanto per restare con i piedi nel nostro terreno) e che riesce anche a regalare momenti di spassosa fantasia, leggeri diversivi sui comuni punti di vista. Tra qualche dipinto dalliano e qualche altro contorno melodico alla Bersani (con opportune differenze e distanze), FREI sottolinea con maestria digitale un passaggio che probabilmente avrebbe meritato molto di più nella terrena confusione dei media, in risposta all’indie tutto uguale e tutto troppo celebrato.

 

 

“Evolution”. A distanza di mesi dall’uscita, evoluzione, stasi e involuzione?

E’ un’evoluzione continua, nel senso che in sala prove lavoriamo continuamente alle canzoni e nei concerti assumono un aspetto sempre diverso nelle sfumature e nei dettagli. Questo percorso genera poi idee nuove per altri brani, che stanno nascendo e che proponiamo già dal vivo. Mi piace molto l’idea di arrivare al porto successivo (il prossimo disco) con una trasformazione basata su esigenze che nascono in sala prove, piuttosto che con un punto e capo.

 

Proprio ieri leggevo dei trattati di Recalcati sull’ipotesi di dare agli animali il comando sugli uomini. Non potendolo chiedere a lui, ne parlo con te: cosa spinge un artista o un creativo a porsi quesiti simili? Qual è la ragione?

La ragione è la presa di coscienza che l’intelligenza umana può avere un significato molto diverso da quello che gli attribuiamo di solito. Ad esempio, partendo dal rapporto uomo-animale-pianeta di cui parlo nel disco, l’intelligenza umana la potrei vedere come uno sbaglio, un elemento altamente negativo in questo pianeta, che non porta a nulla di buono, ma genera solamente disastri, perché altera un equilibrio che, se lasciato stare, durerebbe di più, e con meno problemi.

L’intelligenza umana in questo momento la vedo in lotta con le leggi del pianeta: cerca di raggirarle, superarle, e quando ci riesce crea dei danni. E dal momento che l’uomo vive in questo pianeta, se riesce nel suo intento, automaticamente perde. Per cui il concetto di intelligenza, per come viene inteso, lo metto in discussione.

Immaginiamo un feto che impazzisce, diventa “intelligente”, e grazie alle capacità che ne conseguono comincia ad apportare delle modifiche (o meglio, a sabotare) il corpo della madre che lo ospita. Se la madre muore, muore anche lui.

È chiaro che l’Intelligenza in questo caso assume un significato diverso da quello che intendiamo noi comunemente: è una forza negativa in contrasto con un equilibrio naturale autosufficiente, che se viene alterato durerà meno tempo di quanto potrebbe durare se lasciato inalterato.

La nascita di questa spinta propulsiva negativa, che chiamiamo intelligenza, io la attribuisco, sulla base di alcune ricerche amatoriali, ad una serie di eventi consequenziali che riassumo qui di seguito in modo sintetico:

1) Consumo eccessivo di carne

2) Aumento delle dimensioni cerebrali

3) Nascita della follia umana: domande esistenziali, deliri di onnipotenza, disperazione. Tendenza a voler compensare il senso di “essere finito” costruendo cose inutili che durano più di noi. Utilizzo dell’ingegno per dimostrare di essere simili o superiori al nostro creatore. Tentativo di modificare il nostro creatore. Distruzione del nostro creatore: Il pianeta.

Per questo motivo l’animale lo ritengo più adatto a comandare. Perché è più evoluto dell’uomo. Proprio perché non si è evoluto secondo il significato che noi attribuiamo al termine, ma la sua evoluzione sta nel fatto che è rimasto in equilibrio con le leggi naturali del pianeta. Probabilmente perché non è stato vittima di un eccessivo sviluppo (o degenerazione) del proprio cervello.

Musicalmente parlando senti di aver giustificato a pieno l’opera oppure col senno di poi e con gli sviluppi avuti pensi che forse si sarebbe dovuto agire diversamente su qualcosa?

L’opera è perfetta così, non cambierei niente. Mentre, come ho scritto nella prima domanda, quando suoniamo dal vivo è un cambiamento continuo nelle sfumature e nei dettagli.

 

Beh, la domanda nasce spontanea: un nuovo video in arrivo?

Si, per settembre-ottobre. Grazie al successo ottenuto dal video “La scimmia discende dall’albero” e “Un sospiro lieve”, ci saranno ospiti straordinari e collaborazioni di altissimi livelli che non ci aspettavamo. Inizieremo a girare i primi di luglio.

 

E restando in tema di futuro: il pensiero delle “macchine” tornerà protagonista o stai già pensando ad altro?

Con questo argomento ho chiuso. Non ho altro da dire in merito. Sto lavorando a nuove canzoni, alcune delle quali le proponiamo già nei nostri live. Un altro sound, altri temi, altre melodie, altra musica. La trilogia dell’esistenzialismo l’ho chiusa con questo disco. Ora mi focalizzo su aspetti più tangibili, con l’unico intento di raccontare delle storie.

 

Un occhio al passato ma che sia metafora del futuro: ma poi la volpe l’hai trovata?

In ogni canzone che ho scritto c’è una volpe catturata.