In radio dal 29 giugno, il singolo anticipa “9 minuti 9”, il concept album del compositore-poeta che verrà pubblicato in autunno.
Illustrazione di Lorenzo Fantetti
“Nu cantu anticu” è un canto antico, una storia che ci ripropone drammi già visti, il passo dell’uomo antiorario, una storia stanca e rassegnata come rassegnato sembra il mondo. Un racconto di sale tra le labbra, di radici recise e forzati distacchi. Di genti che nulla hanno mai posseduto, se non la dignità, quella dignità dentro lo sguardo che quando ti prende in quadrato, ti disarma e che dentro ti taglia. Nulla in tasca se non un pugno di terra, la propria, per raccontare ai propri figli un giorno da dove si è scappati e del perché, di quella disperazione tra utopia e sogno, la speranza di trovare un po’ di vita, ovunque e a qualunque costo.
“Nu cantu anticu” anticipa “9 MINUTI 9”, un percorso sonoro e al contempo umano, politico, poetico, spirituale e affettivo che apre finestre da dove guardare e guardarsi, da dove rallentare, fermarsi:
«Sono stato in silenzio molti anni, come sapete. Un silenzio pubblico, non certo dell’anima e della mente. Un silenzio che sentivo necessario, vitale, per potermi concentrare, con tempi e spazi opportuni, sulla scrittura. E oggi è con una grande emozione, un’emozione quasi commossa, certamente orgogliosa, che sono qui a parlarvi del mio ultimo intenso parto creativo. Non lo chiamerò “disco”, non lo chiamerò “album”, non lo chiamerò “prodotto discografico”, perché (per me) è molto più di questo. È la mia voce forte e chiara a dire, a chi vorrà ascoltare, che la vita è sacra, che la vita è diritto primario e primordiale, e come tale va protetta e tutelata a qualunque costo, in qualunque circostanza. È l’impegno che ho scelto di prendermi per far sì che la mia musica non si vestisse solo d’estetica, ma potesse essere anche un etico strumento da mettere al servizio dei senza voce. È un viaggio in certi gironi della vita di chi ha commesso errori il cui prezzo gli è stato presentato con troppi interessi, interessi inaccettabili. Un viaggio tra i condannati. Condannati per un crimine.
Condannati per una scelta impopolare. Condannati per un’idea. Condannati per essere venuti al mondo alla latitudine sbagliata. È un viaggio complesso, che racconterò con la dovuta calma, amici miei, la stessa con cui l’ho intrapreso io» Fiumanò Domenico Violi
Radio date: 29 giugno 2019
Pubblicazione album: autunno 2019
BREVE TRATTO BIOGRAFICO, COGNITIVO ED EMOTIVO DI FIUMANÒ DOMENICO VIOLI
Debutta discograficamente nel 1996: con “Exodos 23/11/1080” preludio in SI b minore, dedicato al sisma dell’Irpinia con recitativo in Grecanico. Alla musica e alle parole unisce la fotografia, la scultura, il viaggiare, da dove trae ispirazione, tessendo parole su armonie e melodie, trame, sceneggiature per piccoli film in parte ancora tutti da girare. Nel 2004 arriva il suo primo contratto discografico (Dogimi Edizioni Musicali / Sony Music) con l’album di canzoni Ero jazz e non lo sapevo da cui ha tratto i corto metraggi ad indirizzo pedagogico: – GIORNI STRANI – COME UN ALBERO PICCOLO – in ordine, seconda e ottava traccia dell’album, molto apprezzati dal mondo dell’istruzione, dal pubblico e dalla critica. Presentato a Milano, alla Salumeria della Musica, il concerto ottiene un tutto esaurito che gli è valso un tour promozionale alle librerie Feltrinelli di tutta la Penisola, e poi ancora un cospicuo numero di concerti, interviste, recensioni, ospite in radio e in televisione. Ed ecco, ancora un altro viaggio un altro mezzo, in sella alla sua bicicletta, multi cromatica, assieme a JLC fidatissimo sestante e navigato motorista di antiche rotte, fratello ed utopista sognatore, visionario e combattente. Dunque, altre visioni altre prospettive, F.D.V inizia a pedalare fino al 2008, anno in cui, per Dogimi Edizioni Musicali / Sony Music/ BMG pubblica il suo secondo album di canzoni: Il Biciclettista, album che mette d’accordo ancora una volta pubblico e critica, un viaggio che riconferma, una forte attenzione al sociale, dove le parole diventano impegno verso l’altro, poesia e musica dal tratto personale e riconoscibile. Al Giffoni Film Festival, con Pedala Pedala e Anime Contro Anime, in ordine, prima e terza traccia dell’album colonna sonora del corto metraggio fuori concorso nella sezione Verso Sud: The Red Ballon, tratto dal libro “Il bambino Golia” di Alfonso Gatto, regia di Attilio Bonadies & Mario Guarino. Fiumanò Domenico Violi, un’anima oltre il bordo del mare, di cui è voce e strumento principe, un tempio armonico, melodico, ritmico, eufonico ed empatico, incorniciato in brevi ed intensi quadri espositivi.
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