Parte il 14 luglio l’appuntamento con la XV edizione di Ethnos il festival internazionale di musica etnica che fino al 31 luglio porterà nei luoghi più affascinanti di Napoli e della sua provincia la cultura e tradizione musicale di Africa, Asia, America Latina e Mediterraneo attraverso artisti di fama internazionale come i Buena Vista Social Club, Gilberto Gil e Vinicio Capossela accompagnato dal poeta milanese Vincenzo Costantini Chinaski.
La manifestazione, diretta da Gigi Di Luca, conferma anche per quest’anno la sua formula di carovana itinerante: dieci giorni di musica, tre serate di cinema e due intere giornate dedicate alla tradizione popolare, con concerti pensati per gli scenari storici di Castel Sant’Elmo, delle ville Vesuviane e di Palazzo Vallelonga.
Si svolgerà il 16 luglio a Castel Sant’Elmo uno degli eventi più attesi del festival, il concerto dei Buena Vista Social Club, tra i gruppi cubani più famosi e seguiti al mondo anche dalle giovanissime generazioni. È di Juan de Marcos Gonzàlez la felice intuizione di mettere insieme un’orchestra capace di riscattare il genere delle big band di jazz afrolatino, riunendo le figure chiave del panorama cubano e della sua musica tradizionale. Solo nel 1996,vengono prodotti tre dischi, tra cui il celeberrimo “Buena Vista Social Club” che vince il Grammy nel 1998 e riscuote un incredibile successo in tutto il mondo. Per l’esibizione al concerto del Ethnos Festival saranno presenti membri storici del gruppo come Aguaje Ramos e Manuel Galban che animeranno a ritmo di tromba e percussioni le sale del castello medioevale. La prima serata sarà aperta da Seun Kuti eamp; Fela’s Egypt 80 il 14 luglio all’Esedra della Reggia di Portici, tra tradizione nigeriana e jazz. Il 21 nella Villa Favorita di Ercolano sarà la volta della reginetta del fado Mafalda Arnauth, meravigliosa interprete delle malinconie portoghesi. Melodie e lirismi indiani saranno, invece, ospitati il 22 luglio nell’incantevole Villa Bruno di San Giorgio a Cremano con il percussionista Zair Hussein. Il genio brasiliano Gilberto Gil, si esibirà il 24 luglio al Castel Sant’Elmo dando vita un viaggio indimenticabile nei ritmi e nei colori della sua terra di cui si fa portavoce. Gil ha dato il via, insieme a Caetano Veloso, alla nascita del “tropicalismo”, movimento che partiva dalla bossa nova di Joao Gilberto e Antonio Carlos Jobim per recuperare tratti della musica popolare bahiana e di altri linguaggi del Nord-est. Un salto in Africa, nella stessa location, sabato 25 luglio con la giovane Rokia Traorè, che compone la sua arte attraversando i paesi più disparati sapientemente tradotti in musica. Melodie tunisine, il 27 luglio a Villa Bruno, con Dhafer Youssef che incorpora il lirismo arabo, la potenza ritmica, la forza della visione e l’improvvisazione contaminata da influenze multiculturale e jazzistiche. E’ la volta del nostrano Vinicio Caposala e del poeta Vincenzo Costantini detto Chinaski, che porteranno in scena un reading incontro boxe tratto da libro “In clandestinità – Mr Pall incontra Mr Mall”, in cui i due contendenti si sfidano/abbracciano a colpi di poesie, brevi racconti, silenzi, canzoni. L’idea di presentare il reading come in un immaginario incontro di boxe, nasce dalla passione di entrambi i protagonisti per questo sport: il pugilato come metafora della vita. Ad arricchire e completare il programma per ampliare lo sguardo sulle culture popolari la sezione di cinema etnomusicale che prende il via il 18 luglio alla Fondazione Mondragone con il documentario “Ravi Shankar between two Word” (Mark Kidel, 2001, 89′) ispirato alla vita del leggendario compositore e suonatore di sitar, grande ambasciatore della musica indiana. Segue il 19 con la proiezione de “L’orma del leone” (Incois Verster, 2002, 55′)
un sorprendente viaggio musicale attraverso il Sud Africa e gli Stati Uniti, con immagini inedite dei Ladysmith Black Mambazo, dei Manhattan Brothers, di Pete Seeger. Ultimo appuntamento con il cinema è lunedì 20 luglio con il film “Fela Kuti: Suffering and Smiling” ispirato alle vicende politiche del reazionario Kuti.
La manifestazione si chiude con due intere giornate, 30 e 31 luglio, dedicate alla festa delle tradizioni popolari intitolata provocatoriamente