Traballante Umanita’ – Un non-luogo, i passanti che tengono strette, in pugni chiusi, debolezze e paure. Cercano di mostrarsi decisi e padroni di se stessi. Una traballante umanita’ che non ama esporsi e avanza in equilibrio precario con se stessa. Riesci a sentire i loro passi nervosi su pietre di strade indifferenti? Di Indro Montanelli si diceva che andava in mezzo agli altri per sentirsi piu’ solo. Una donna in angoli di citta’ percepisce invece come innaturale la sua solitudine indotta dai passanti. Non puo’ piu’ tenere il capo chino suoi passi e decide di liberarsi alimentandosi dell’incredulita’ che riposa negli occhi altrui. Non puo’ piu’ essere solo amica e amante di se stessa. Inizia a danzare ingentilendo la piazza mentre lo sguardo altrui la ricopre di follia. Non serve nascondere le debolezze, la poesia e’ data dai crepitii dell’anima. Una donna si muove leggiadra su note di pianoforte, respirando a pieni polmoni melodie di fragili fisarmoniche. Solitamente chi si espone a cielo aperto viene considerato folle, ma in fondo, sta semplicemente vivendo. Questa canzone vuole essere un inno alla vita.
L’Attesa – feat Lele Battista – Un brano che sa di campi di grano e panni stesi ad asciugare al sole. Immagini dal sapore melanconico cullati da un afoso vento del sud che riscalda anime gocciolanti; ogni strofa e’ un film in 8 mm che ci racconta la storia di gente comune in attesa di piccoli o grandi eventi. Su davanzali di finestre un bimbo attende il ritorno di aquiloni e con il naso all’insu’ chiede speranzoso al cielo di ridargli il dono sottratto. I ciclo della vita si stringe intorno a madre natura in attesa che l’uomo possa aver voglia di divenire un esempio migliore. E forse, nel frattempo, l’aquilone avra’ fatto ritorno sul davanzale del bimbo in affanno. Rabbia, dolcezza, ingenuita’, candore, coraggio. In ogni storia potrete riconoscervi ma solo se riuscirete a sentire in arpeggi di chitarra, il rumore di petali di rose cadute dal cielo.
Musicante di Berlino – Feat Augusto Favaloro – Un musicista suona per le strade della cara vecchia Europa; a Wenders questo atipico “arpeggiatore di sentimenti derubate a polverose citta’” sarebbe forse piaciuto. La giacca del musicante odora di jazz contaminato e c’e’ chi, dopo aver ascoltato il brano, giura di aver sentito il profumo del pane appena sfornato. Le sue scarpe consunte dal tempo, ci parlano di incontri fugaci e di semplici gesti che rendono irripetibili le nostre giornate. Il Musicante offre i suoi nobili pensieri ad angeli caduti in citta’ distratte. Una gentil donna si ferma a guardarlo. Lui continua a suonare ispirato dalla rara belta’ che gli inquieti gesti della donna gli suggeriscono. Si prende cura di lei rendendola protagonista della sua musica; le note sono l’unico linguaggio che conosce. Si dice che cantare e’ come pregare due volte, e il musicante alla fine tende la mano alla sua gentil donna di rara belta’. Lei lo seguira’? A voi la scelta, in finale sta voi a scriverlo.
Dolce Arianna – Il Mediterraneo scorre con fare rock in questo brano che racconta su tavole di argilla il mito del filo di Arianna. Il coraggio misto a fragilita’ di una donna che ha vissuto intensamente e che la rende vicina a qualsiasi storia dei nostri tempi. Un mito attuale, che ci ricorda che la natura dell’uomo rimane invariata. L’antica Creta non e’ poi cosi’ distante da noi: tutti abbiamo il nostro Minotauro da aggirare, un Teseo da amare e il nostro filo di seta che ci aiuta a uscire dai labirinti che quotidianamente ci diamo. L’abbandono e’ storia di tutti i giorni; il rialzarsi ancora piu’ forti e consapevoli di prima, e’ una storia che pochi si concedono. Scegliere di volersi bene, e’ il dono piu’ grande che possiamo darci. Esserci davvero, e’ una scelta di vita.
Roberta Cartisano www.robertacartisano.it
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