Esce il 23 febbraio “Les premiers plaisirs”, disco d’esordio dei RED BASICA (Mk Records, Venus Distribuzione)

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I primi piaceri (Les premiers plaisirs) sono quelli del gusto: il gusto di sperimentare il mondo e raccontarlo attraverso i propri linguaggi. Per questo l’esordio in studio dei Red Basica è fin dal primo afflato di tromba un’esplosione di forme e colori musicali. Red basica la linea cromatica di riferimento. Il resto è pura libertà espressiva: scoperta quasi per caso nelle aule di conservatorio e sviluppata a margine delle lezioni universitarie, poi composta e suonata per anni a cavallo tra Italia e Francia, per darle finalmente corpo e sostanza. Infine portata a casa e resa germoglio al sole del Mezzogiorno.


Les premiers plaisirs, prodotto dalla calabrese MK Records e distribuito in Francia dal circuito FNAC e in Italia nei migliori negozi di dischi dalla Venus Distribuzioni, è un album onirico ed eclettico, un patchwork di ritmi e generi. Successione di giochi di stile necessaria per poter cogliere la vitalità insita nella natura delle sette note. Libertà d’espressione e manifesto futurista: lasciateci divertire ed esprimere in musica tutto ciò che non ci è permesso dire a parole.


Per questo motivo è impossibile ricondurre Les premiers plaisirs ad un unico genere: dal free jazz di Gay pride, brano d’apertura del disco, all’intensa ballata Free not to believe (primo singolo estratto), dall’ironia del progressive di A sentimental crap al folk baldanzoso di Like Geppetto in the whale/Ebony contraceptive, fino alle influenze balcaniche dell’intro di Les premiers plaisirs de Mimosa, brano dal sapore d’avanguardia che si abbandona al gusto retrospettivo dei suoni rarefatti, involuti e dalle svolte sonore inattese.

Un manifesto dell’amalgama di anime presenti nell’album è Seed: autentico crocevia, posto a metà della tracke#8208;list, fra le strade di genere percorribili. E’ a questo punto che gli strumenti musicali si fanno mezzi di trasporto per i differenti sensi: la parola, dove può, a narrare gli intenti. I fiati, per descrivere gli affanni di un amore nevrotico. La ritmicità militare del basso a indicare i margini della strada da percorrere. La batteria, motore a singhiozzo per passioni irregolari.

Di qui in poi la strada è aperta, e va, spedita, verso il raggiunto equilibrio mobile di brani come To friendship e Who are your fancy friends, armonia di voci e tenere sonorità. Ma è solo un momento, la quiete prima della tempesta dell’ etnoe#8208;jazz di Butterflyin’ e del prepotente freenoise di Underblood cavein/Don’t think about, asfalto umido e insidioso di un vicolo cieco, e di Hi mole, visionario brano di chiusura.


A raccontarci il loro mondo, un sestetto di artisti di prim’ordine:


Mirko Onofrio, autore del progetto, voce e flauto dai trascorsi illustri: dal successo ottenuto all’ultima edizione del Festival Jazz “Rumori mediterranei” alle collaborazioni con artisti del calibro di David Murray, Baba Sissoko, Eugenio Colombo, Nicola Pisani, Thierry Madiòt, Markus Bernstein, Mandara e tanti altri. Tra le collaborazioni attuali: il laboratorio di ricerca di Siena Jazz con il pianista Stefano Battaglia.

Gianfranco De Franco, (sax e Clarinetti) polistrumentista in svariati progetti, da Mandara a Dissonorata.

Giuseppe Oliveto, (trombone) tiene concerti da solista con l’orchestra “I solisti Europei” e collabora con orchestra sinfonica di Sanremo, Filarmonica di Verona, e Officina Musicale.

Massimo Garritano, (chitarre) ha suonato tra gli altri con Jan Gunnar Hoff, Nicola Pisani, Eugenio Colombo, Lutte Berg, David Murray, Agricantus.

Giuseppe Sergi, (basso) collabora come bassista a progetti di matrice jazz: Jazz Orchestra, Spring Project, Lule Bore Project.

Massimo Palermo, (batteria) collabora a diversi progetti di musica pop e rock. Con il trio Free Radicals ha realizzato ed eseguito le musiche per due spettacoli teatrali diretti da Max Mazzotta, uno dei quali prodotto dal Piccolo teatro di Milano.

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