Alla ricerca della bicicletta rubata

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Un disco semplice e per questo penso che sia pregiato e assai ricco di personalità. Diego Esposito torna con un lavoro di bel pop leggero da cantautore, lui con questa voce un po’ graffiata e con un suono sempre più deciso, composto e ben equilibrato, lui che sa giocare con le parole – quelle semplici – e con i suoni che le parole hanno per incastrarle come si deve senza creare ruggine e discrepanze tra un passaggio ed un altro. Prodotto da Riccardo “Deepa” Di Paola per la nuova label del gruppo iCompany che è luovo, esce “Biciclette rubate” il nuovo disco del cantautore campano. E ritroviamo con piacere la scrittura complice di Zibba nel singolo “Solo quando sei ubriaca”, anche singolo e video di lancio che seguirà a questa breve intervista… e sapendo cosa sta accadendo in questi giorni, avendone anche un rispetto che significa silenzio e delicatezza, tra le righe lanciamo un abbraccio all’uomo e all’artista che è Diego Esposito. In fondo siamo tutti in cerca delle nostre “Biciclette rubate”.

 

 

 

Come le “Biciclette rubate”. Da dove nasce questa metafora con cui racconti la vita?

Questa metafora nasce da una riflessione. Mi avevano appena rubato la bici, mi sono messo a pensare dove fosse finita e alla fine ho scritto un disco.

 

Non pensi che più di essere “dispersi” o ad avere poco orientamento ci si trova ad essere immersi in un’unica direzione? Cioè penso che sia più, sempre usando la tua metafora, un ritrovare le biciclette tutte allo stesso posto… non credi?

Forse in fin dei conti si, perdendosi ci ritrova, a me ancora non è successo ma sono fiducioso.

 

Cambio di rotta anche sul profilo discografico. Nuova label e nuova produzione. Come ti sei trovato?

Con la nuova label mi trovo molto bene, mi hanno lasciato molta libertà sulla produzione di questo disco. Con Dipa, il producer, pure. È nata una bella amicizia fra noi.

 

Ho l’impressione, molto bella tra l’altro, che anche con un cambio strutturale di persone ci sia poca distanza con il suono che aveva il tuo disco d’esordio. Certo nei dettagli ci saranno tante differenze ma trovo che ci sia una tua forte riconoscibilità. Non credi? Come ti sei trovato in questa nuova famiglia?

Vorrei aggiungere sempre qualcosa di nuovo alla mia produzione, senza snaturare quello che sono. Se per te ci sono riuscito sono felice. La famiglia è sempre la stessa, ci sono solo delle persone che si aggiungono, un po’ come in tutte le famiglie.

Ritroviamo Zibba ma solo come co-autore di un brano. Anche questa è una piccola e grande rivoluzione…

Zibba è un amico, è stato importante per il mio primo disco. Stiamo continuando comunque a scrivere insieme, a breve magari ritroverete le nostre firme sullo stesso brano.

 

Col senno di poi, volendo fare un paragone, senti che questo disco sia un continuare la strada intrapresa o una vera e propria evoluzione / rivoluzione?

Credo che questo disco faccia parte di una piccola evoluzione che va in una direzione bene precisa, di pari passo con quella personale. Il prossimo disco, che peraltro ho quasi finito di scrivere, ce ne sarà un’altra.

 

Domanda spirituale: alla fine la tua bicicletta l’hai ritrovata?

Non l’ho ritrovata, anzi, più la cerco e più mi scappa dalle mani.