Diane Schuur incanta il Bluestone

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La Signora del Jazz Americano Diane Schuur, Tacoma (Washington), dopo aver calcato gli stage dei piu’ famosi club e teatri d’America e del mondo arriva sul palco del Bluestone di Napoli.

Si siede al piano con i suoi inconfondibili occhiali scuri, elegantemente eccentrica nella sua “mise” maculata. ” È il 4 novembre” ci ricorda, “esattamente un anno dall’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca” e subito… one – two, one – two – three – four: eccola che si presenta in “Deedles Blues” (da DIANE SCHUUR eamp; THE COUNT BASIE ORCHESTRA) “I said Deedles, Deedles is my name, (nomignolo con il quale e’ conosciuta) I don’t know how I got here but I’m mighty glad I came”, felicemente accompagnata da DAN BALMER alla chitarra, da SCOTT STEED al contrabbasso e REGGIE JACKSON alla batteria, il gruppo intero del suo ultimo lavoro discografico SOME OTHER TIME – Concord Record 2008.

Cosi’ la delicatezza della sua voce ci trasporta nell’atmosfera retro’ di “They say it’s wonderful” (da SOME OTHER TIME – Concord Record 2008) il famoso brano di Shehan Costa 23, cantato dall’intramontabile Frank Sinatra. Le note scorrono sul pianoforte e lente scendono nella nostra mente, avvolgendo i ricordi, mentre vaganti e melanconici rincorriamo i nostri pensieri e insieme dolcemente la seguiamo nel finale.

E cosi’ naturalmente ci racconta la storia del jazz con “East of the Sun and West of The Moon” scritta da Brooks Bowman negli anni ’30, eseguita da tutti i piu’ grandi: Billie Holiday, Sinatra, Stan Gets, Luis Armstrong (riportata al successo recentemente da Diana Krall). Siete tra quegli appassionati delle storie del “vecchio jazz”? Ricorderete allora che il brano era tratto, nella versione originale, da un racconto di una fata scandinava. La voce di Ms. Schuur diventa magia di note, entra in simbiosi osmotica col suono degli strumenti nascondendosi dapprima tra le note del contrabbasso di Mr. Steed, per cantare all’unisono e sorvolare alta, ritmando con il charleston della batteria di Mr. Jackson e lasciando tutto lo spazio necessario alla musica, che si distende liberamente e si conforma alle potenzialita’ creative di ogni singolo musicista della nostra Deedles. E per quelli che si aspettavano rocamboleschi salti fino in cima alle 3 ottave e

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