Dietro le quinte di un incendio

0
5

Si intitola “Non ascoltare in caso d’incendio” questo nuovo lavoro di Davide Buzzi. Scivola il grande rock anni ’70, scivola un sound che però dalle didattiche conosciute che hanno fatto storia si distacca tutto un po’ con questa scelta di non enfatizzare le basse frequenze – e in certi momenti del disco devo dire che è una mancanza difficile da sopportare. C’è il rock italiano firmato con Massimo Priviero in uno splendido duetto, c’è il folk americano con la scrittura dell’australiano Jason Kemp, c’è la produzione di Alex Cambise e qualche venatura che l’indie moderno ogni tanto – anzi troppo spesso – ci regala. C’è la canzone d’autore, italiana, pop, on the road… quella suonata. In rete il video ufficiale e noi scambiamo due chiacchiere con Davide Buzzi:

 

 

 

Un suono rock che poi diventa anche soffiato di canzone d’autore o pop di musica leggera italiana. Come mai questo miscuglio artistico?

Sono sempre stato molto legato alla canzone d’autore. Per questo desideravo che questo lavoro ne riprendesse le caratteristiche il più fedelmente possibile. La vena rock e pop nasce però anche dalla voglia di gridare al mondo il mio pensiero e, qualche volta, anche per potermi staccare dal politicamente corretto. Se ci sono cose che si devono dire, perché si fatica a contenerle dentro di sé, allora è meglio farlo in modo che tutti possano sentirti. Alex Cambise, il mio produttore e arrangiatore di tutti i brani, ha colto bene questo mio bisogno e insieme siamo riusciti ad esprimere quanto desideravo, a volte anche sfruttando al meglio tutte le sonorità, comprese quelle del pop italiano.

 

E non dimentichiamoci che con “On The Road” ritroviamo un certo folk sempre all’italiana maniera…ma i suoni sembrano davvero portarci altrove ancora una volta. Com’è stato tradurre un brano per le orecchie di casa nostra?

Devo ammettere che tutti i meriti per la riuscita della rivisitazione di questo testo vanno a Alex Cambise. Si tratta di un brano inedito, scritto dal songwriter australiano Jason Kemp, che per l’appunto racconta una storia on the road di un padre e un figlio che girano per il Queensland per partecipare a dei rodei. Il testo così com’era non poteva essere integralmente ripreso per una versione in italiano, in quanto nulla aveva a che fare con il nostro modo di vivere. Volevamo però mantenerne il senso e rimanere fedeli al testo originale, escludendone però tori, cavalli e rodei. Da solo non ci sarei mai riuscito, anche perché la mia conoscenza della lingua inglese è assai limitata. Per fortuna Alex ha preso in mano le redini della questione (tanto per rimanere in tema) riscrivendo il testo in modo che rispecchiasse la nostra realtà. Sono molto affezionato a questo brano, che ci permette di viaggiare liberamente con la mente per qualche minuto.

Nel disco troviamo anche Massimo Priviero. Che incontro è stato ma soprattutto che collaborazione è stata?

Massimo è una persona straordinaria, dai modi burberi e dal cuore immenso. Ci siamo conosciuti anni fa casualmente e a da allora c’è stato sempre stato ottimo feeling fra di noi. L’avevo invitato in studio per registrare la versione a due voci di Salvatore Fiumara e lui quando è arrivato si è presentato con un suo brano “Canzone d’addio“. “Questa è per te!”, mi ha detto e io mi sono ritrovato per le mani questo gioiellino. È stata davvero una gran bella sorpresa.

 

Perché l’omaggio a Bertoli e soprattutto perché proprio “A muso duro”?
A “A muso duro” stavo pensando da tempo. Sposava bene in tutto questo progetto e allora, grazie anche al lavoro di arrangiamento davvero ispirato di Alex, ho pensato fosse il momento di dedicare questo pensiero a Pierangelo, un artista che ha certamente segnato la mia gioventù.

 

E chiudiamo con la domanda delle domande (da giornalisti): perché non hai ancora un video?

Il video di “TE NE VA”, il singolo che lancia tutto l’album, è uscito agli inizi di ottobre e sta andando molto bene, come anche il singolo stesso che è riuscito a scalare la speciale classifica radio MEI fino al 53esimo rango.