Ecco il primo prodotto nato dal connubio tra BLASTEMA e Ostile Records. Un nuovo disco dal titolo “Tutto finirà bene”, un lavoro che ingloba anche la splendida “I morti” lanciata nel 2014 con un bellissimo video. Matteo Casadei e compagni tornano in scena dopo un periodo, dicono loro, di ampie rivoluzioni e contraddizioni, scossoni di vita discografica, quotidiana e di complicità interna. Un disco oggi che rivela istintivamente rabbia e speranza, un cenno al futuro e quel rigoroso bisogno di essere se stessi sempre. Elettronica protagonista, d’accordo anche noi in questo, maturità e quel continuo regalare melodie da incisi accattivanti senza mai deludere le aspettative di strane vie di fuga per chiudere il periodo. Un bel disco lanciato dal singolo “Orso Bianco”. In rete il video ufficiale.
Un nuovo disco dopo due anni di assenza dai negozi. Nel frattempo i negozi sono spariti. Voi invece cosa sentite di essere diventati?
Sempre gli stessi, solo un po’ più provati dall’esperienza di questo disco, e perché no, anche migliorati grazie all’esperienza di questo disco. Questo periodo ha messo in discussione parte degli elementi che ci stavano attorno, ma non ha mai messo in discussione le nostre personalità, né tantomeno le nostre modalità di lavoro o il nostro modo di pensare.
In questo siamo sempre stati molto coerenti. Per questo moriremo poveri.
State cercando cose totalmente nuove o state inseguendo cose che il tempo vi ha fatto perdere di vista?
Mah… credo che non sia ne l’una ne l’altra cosa… stiamo facendo semplicemente cose che ci piacciono, che ci emozionano, che ci entusiasmano. Pensa all’elettronica che sostiene il disco: sono anni che sogniamo di poter fare un disco con certi suoni e certi colori; chiaro che inserirli all’interno del nostro contesto non è facile, abbiamo dovuto aspettare di essere pronti, altrimenti il risultato sarebbe stato una forzatura ridicola e non il valore aggiunto di questa produzione. Per fortuna Alberto (Nanni) ha fatto un lavoro incredibile, nel quale si respira tutto il suo universo, tutta la sua capacità di inventare paesaggi attraverso la musica e i suoni. Ad essere onesti, non si può non ammettere che la riuscita di questo progetto è da imputare quasi totalmente alla sua straordinaria sensibilità e alle sue intuizioni.
Guardandoci attorno ora. Parlando di musica piuttosto che di politica. Cosa vedete attorno? Cosa significa fare un disco oggi?
Attorno ci sono le nostre famiglie e i nostri amici e questo ci rende persone fortunate e spesso felici. Del mondo non c’è da dire un gran che: in ogni tempo lo si può definire un letamaio, così come un posto meraviglioso per vivere, tanto, – è frase fatta – “la bellezza sta negli occhi di chi guarda”. Di certo il periodo è complesso, pieno di mutamenti, spesso repentini, violenti.
Fare un disco oggi significa probabilmente impegnarsi per creare un’opera che magari non avrà la diffusione sperata, o peggio, nessuno considererà. Personalmente non credo che questo sia un buon motivo per smettere di creare qualcosa di bello, o almeno provarci.
E quindi: dopo mille festival e premi, dopo anche Sanremo, ambizioni e traguardi?
Personalmente vivo il momento. Certo, non mi dispiace iniziare già a pensare al prossimo disco.
E vi lascio dandovi l’input per un’analisi: e anche Sanremo di due anni fa non è quello che c’era anni prima o che c’è oggi…
“Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo”. Panta rei!