ADRIA MORTARI e SONORA NETWORK ENSEMBLE in “PER RABBIA E PER AMORE (IO CHE AMO SOLO TE) – Napoli, 29 luglio 2009

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Mercoledì 29 luglio 2009, dalle 21:30, sul palco del MADRE (via Luigi Settembrini n. 79 – 80139, NAPOLI. Info e prenotazioni: 081/19313016, www.scatolasonora.org), nell’ambito della rassegna “Un’Estate al Madre” (2 luglio – 6 settembre 2009), prosegue la felice teoria di splendide interpreti femminili: SCATOLA SONORA – MUSICISTI ASSOCIATI, infatti, presenta ADRIA MORTARI eamp; SONORA NETWORK ENSEMBLE in”PER RABBIA E PER AMORE (IO CHE AMO SOLO TE)”. Ingresso al live 10,00 €.

 

“Per rabbia e per amore (IO CHE AMO SOLO TE)”


 
Adria Mortari, accompagnata dal Sonora Network Ensemble (Francesco D’Errico – pianoforte e keyboards; Leonardo Massa – violoncello; Paolo Cimmino – percussioni), sempre perfettamente in bilico tra teatro e musica, ancora una volta, per questa sua performance al Madre, propone una scelta intelligente, di coraggio, ricercata, forse non per tutti di facile ascolto, ma di sicuro di gran qualità. E non è un caso che l’attrice-cantante, già diretta da registi del calibro di Castri, Trionfo, Martone, De Simone e Berio, anche quest’anno, il secondo per lei nella rassegna “Un’Estate al Madre”, nell’appuntamento voluto e prodotto da SCATOLA SONORA – MUSICISTI ASSOCIATI, non è un caso – si diceva – che alterni pezzi recitati, un florilegio di versi di Gaspara Stampa e Francois Villon, ad alcune tra le più belle canzoni di Sergio Endrigo. Dunque, nell’esibizione della Mortari, ancora una volta saranno felicemente in simbiosi il recitato e il cantato, entrambi strumenti scelti dall’artista per raccontare, col suo lessico creativo, un variegato pentagramma di umane emozioni, di sentimenti comuni, come la rabbia, l’amore, l’odio, declinati, urlati, cantati con rime scritte tra ‘400 e ‘500 e canzoni-poesie del ‘900. Adria Mortari, in questo show, chiama a raccolta tutta la sua ricca e diversificata esperienza artistica, il girovagare per i vari continenti e tra i differenti repertori musicali, passando dalla lirica, al teatro più classico sino a quello avanguardistico, dalla tradizione folk italiana e non solo, dalla canzone di protesta sino alla musica contemporanea. Numerosi anni di lavoro, ricerca e sperimentazione, mettendosi in gioco, rischiando, ma sempre ricevendo preziosi riconoscimenti da parte di pubblico e critica, cosa che di certo accadrà anche per l’esibizione del 29 luglio al Madre.

Sergio Endrigo fu uno dei più noti cantautori italiani che, pur non essendo collegato a nessuna “scuola”, fu spesso accostato agli autori di quella genovese. Nacque a Pola in Istria. Il padre, scalpellino, ma artista per vocazione, fu noto scultore a Pola e anche buon tenore autodidatta (cantò anche a Milano al “Dal Verme”). I n Italia, dopo che Pola divenne iugoslava, si industriò facendo molti lavori diversi. A Venezia cantava le canzoni americane nei night. Cominciò a comporre le canzoni che avrebbe cantato quando fu ingaggiato da Ricordi nel ’60. Nel ’62 pubblicò la ancora oggi famosa “Io che amo solo te”, che vendette subito 650.000 copie. Endrigo partecipò molte volte al Festival di Sanremo, vincendo primi e secondi premi nel ’68, ’69, ’70, ’73. Cantò in molti paesi nel mondo, con una predilezione per il Brasile. Collaborò con artisti importantissimi, come Vinicius de Moraes, Toquinho, Giuseppe Ungaretti, il paroliere Sergio Bardotti. Continuò a pubblicare dischi di successo ma poi gradualmente abbandonò il palcoscenico. Ritornò sulla ribalta nel 2000 fino alla sua morte nel 2005.

Gaspara Stampa nacque a Padova nel 1523 in una famiglia di commercianti illuminati, a partire dal padre amante della musica e della poesia che fece apprendere ai figli. Alla sua morte, la madre Cecilia si trasferì a Venezia con i tre figli ancora piccoli. Insolitamente colta nella letteratura e nella musica, Gaspara fu portata dalla forte carica della sua personalità a vivere in modo libero. Bellissima, riconosciuta ottima cantatrice e poetessa, le saranno dedicate numerose opere letterarie. I romantici videro in lei una novella Saffo, anche per la sua breve vita vissuta in maniera intensamente passionale. L’amore per il conte Collaltino di Collalto, che durò circa tre anni (1548-1551) e si concluse con l’abbandono della poetessa che a causa di ciò attraversò una profonda crisi religiosa, fu fonte di intensa ispirazione. A Collaltino è dedicata la maggior parte delle rime di Gaspara che, concepite secondo il modello petrarchesco, costituiscono una delle più interessanti raccolte liriche del Cinquecento. Morì giovane nel 1554.

Francois Villon (vero nome Francois de Montcorbier) nacque a Parigi nel 1431. Poeta francese dalla vita spericolata, in gioventù assassino durante una rissa, ladro e vagabondo, visse per lungo tempo come un bandito, emarginato e ricercato. Per quattro volte arrestato per episodi di malavita, fino a essere condannato a morte, fu sempre rilasciato, poi nuovamente catturato e imprigionato. In carcere scrisse le sue opere maggiori. Per il valore dei suoi versi – e principalmente per il suo capolavoro poetico, i poemi raccolti nei “Testamenti” – è ritenuto uno dei precursori della corrente letteraria dei maudits, i poeti maledetti. Le uniche fonti contemporanee di cui si dispone circa la sua vita, oltre alle sue opere, sono sei documenti amministrativi relativi ai processi cui fu sottoposto, l’ultimo dei quali datato 1463. È necessario, nell’analizzare la complessa figura di questo poeta, separare i fatti stabiliti con una certa attendibilità dalla ‘leggenda Villon’, alimentata dall’autore medesimo attraverso la sua produzione letteraria. La sua opera più conosciuta è “La ballata degli impiccati”.

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