…o dell’arte di ri-scrivere gli standard

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La “prima” di PALCO LIBERO al Trianon di Napoli, importante rassegna musicale che ha come scopo la valorizzazione dei musicisti campani, e’ stata l’occasione per conoscere meglio i gruppi invitati ad esibirsi. I primi ad essere “interrogati” da Sound Contest sono i Crimini in Blues. Abbiamo cercato di saperne di piu’ sulla loro musica e sul loro progetto…

 

Il vostro progetto artistico/musicale si intitola “Crimini in blues”.  Puo’ spiegarmi esattamente perche’ questo titolo e cosa rappresenta?

Il nostro progetto musicale si intitola “Metamusica” mutuato da metalinguaggio, termine che riguarda un linguaggio al quale si possano far afferire discorsi volti a descrivere e/o definire, sui piani lessicale, grammaticale e/o semantico, una lingua. In parole piu’ semplici e’ una ri-composizione musicale, una riscrittura di un linguaggio su di un altro. Metamusica e’ un viaggio raccontato in jazz, gli standard sono stati reintitolati ciascuno con il nome di una citta’ o di una localita’: Amsterdam, Pigalle, Berlino est, Balaklava, Las Vegas, Vienna, Oslo, ad eccezione di Rendez-vous ovvero Lullaby of byrdland e di Cytyman mio brano originale con il quale concludo il disco. Crimini in blues e’ invece il nome del gruppo ma e’ anche uno dei brani del mio precedente CD Ossimora.

 

Ri-scrivere degli standard jazz prendendo come esempio leggende come John Coltrane e’ decisamente arduo ed e’, cosi’ come ha specificato durante la rassegna, da considerarsi un vero crimine provare a eguagliare quei grandi nomi. Tra tanti nomi leggende, perche’ proprio Coltrane?

La scelta di Coltrane certamente non e’ stata casuale, piu’ che prenderlo ad esempio o provare ad eguagliarlo lo abbiamo semplicemente suonato con l’aggiunta della voce e quindi del mio testo. I soli di Coltrane sono delle vere e proprie composizioni in una composizione, non sono semplici spunti tematici ma brani strutturati autonomamente, dunque e’ anche l’autore piu’ rappresentativo del concetto di metamusica.  I testi sui brani di Coltrane sono stati costruiti sui soli, rispettando quasi al 100% il ritmo e le note dell’autore, la difficolta’ e’ stata appunto quella di costruire una metrica che non ne alterasse la melodia ma che al contempo contenesse gli stessi “suoni”… le parole hanno suoni propri, proprie intonazioni far coincidere significato e significante con la musica e’ stata la cosa piu’ ardua e piu’ divertente di tutto il lavoro, amo le sfide!

 

 Palco Libero. Com’e’ nata l’idea di partecipare alla rassegna organizzata da Gennaro Pasquariello e dal Teatro Trianon?

Mi sembrava giusto che i Crimini in blues portassero la loro musica su di un palcoscenico napoletano importante, so che Gennaro Pasquariello e’ sempre stato attento alle novita’ in campo musicale, inoltre l’organizzazione di Palco Libero e’ efficientissima quindi davvero con grande piacere abbiamo partecipato, sperando che questa rassegna possa ampliarsi e magari anche strutturarsi in serate costruite per genere musicale.

 

Al di la’ dell’esito della vostra partecipazione alla rassegna, quali sono i progetti relativi a Crimini in Blues? Saranno soltanto performance live oppure uscira’ un disco?

Metamusica e’ stato presentato a giugno 2013 presso il Marabu’ con un concerto dell’intero CD, in disco ha visto la partecipazione di musicisti diversi da quelli che hanno suonato al Trianon ovvero: Daniele Sorrentino al contrabbasso, Andrea Rea al piano e Luigi Del Prete alla batteria, ma come ho gia’ detto Metamusica si ri/suona ad ogni esecuzione, e’ cosi’ nel jazz… ogni brano ogni volta diverso! ) I progetti futuri sono alcuni festival internazionali a cui abbiamo inviato la nostra disponibilita’, compreso Lucca Jazz Donna in cui nel 2012 siamo gia’ stati finalisti… vediamo cosa accadra’!

 

John Coltrane disse:  “Non c’e’ mai fine. Ci sono sempre dei suoni nuovi da immaginare, nuovi sentimenti da sperimentare. E c’e’ la necessita’ di purificare sempre piu’ questi sentimenti, questi suoni, per arrivare ad immaginare allo stato puro cio’ che abbiamo scoperto. In modo da riuscire a vedere con maggior chiarezza cio’ che siamo. Solo cosi’ riusciamo a dare a chi ci ascolta l’essenza, il meglio di cio’ che siamo.”  Cosa riesci a dare quando sperimenti?

In questo progetto in particolare, e piu’ in generale nella collaborazione con Valeria, il concetto di “ricerca continua” e’ perfettamente calzante. Rappresenta proprio il nostro incontro: il mio mondo, la mia indole, che incontra un’altra identita’, quella della compositrice, Valeria, la quale, attraverso il “suo modo” apre nuovi varchi e crea nuovi stimoli. Spesso e’ proprio grazie all’Altro che riusciamo ad abbandonare i nostri cliche’, le nostre abitudini (in questo caso canore e interpretative) ed arricchiamo in questo modo il nostro background. Certamente dal fortunato incontro con Valeria posso dire di essere cresciuta tanto, e tutto questo anche grazie all’incontro umano ed artistico con i diversi musicisti che hanno preso parte al progetto. Dunque, tornando alle parole di Coltrane, posso dire certamente di avere in qualche modo, attraverso la nostra sperimentazione, fatto un cammino di conoscenza, anche se la strada della “purificazione” e’ ancora lunga. Ma speriamo di camminare insieme ancora per molto!