Lauren Henderson in concerto al Music Art

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La rassegna e’ sempre quella – ben nota agli appassionati  del capoluogo campano –  dei ‘Venerdì in jazz’, ma i cambiamenti sono d’obbligo quando si tratta di accaparrarsi la presenza di musicisti di passaggio. A Napoli o, come in questo caso ed eccezionalmente, in Italia.

E’ dunque  giovedi’ prossimo l’appuntamento, da non perdere, con la vocalist Lauren Henderson, talento tra i piu’ promettenti e creativi della nuova scena newyorkese (ma la giovane cantante, e anche compositrice, e’ nata a Boston, nel Massachussetts).

E’ una musica  pervasiva e affascinante la sua; una miscela il cui risultato e’ indubitabilmente jazz. Un jazz denso e intimo al tempo stesso. Ma che pure ha al suo interno aromi e fragranze variegatissime: dal rhythm and blues ai ritmi latini e caraibici; dal soul al gospel; dalla fusion al pop, dalla classica al flamenco.

E’ quanto si evince da ‘A la madrugada’, il suo piu’ recente  album (e’ del 2015) costellato di composizioni originali e standards, imperniato su arrangiamenti ambiziosi e avvincenti.

Tanto quanto il suo debutto, quattro anni prima (entrambi i dischi su Baby Records), ‘self-titled’, accompagnata da un piano trio con Sullivan Foirtner, Ben Leifer e Jesse Simpson, era piu’ che un biglietto di presentazione: brani terrei, scolpiti, un approccio da militante del jazz. E una ‘Monicas Vals’ (leggi ‘Waltz for Debby’) che rimane.

E poi, su tutto, la sua voce, vibrante, intensa, ‘trad’, che ricorda un po’ Sassy, l’indimenticabile Sarah Vaughan.  Ma anche a tratti – quando il timbro si fa piu’  scuro e sabbioso,quando e’ piu’ inquieto il piano stilistico – una galleria di grandi interpreti che da Lena Horne risale fino a Cassandra Wilson, a Sade Adu.

Ma azzardare nomi di riferimento puo’ essere incauto per una nuova stellina del jazz, approdata di recente al mitico Blue Note di New York, che conta fra i suoi estimatori nientemeno che Barack Obama, che ha dalla sua soprattutto la freschezza e la capacita’ evocativa, quell’ approccio a tutto tondo che e’ tipico appannaggio delle ultime leve del jazz.

E che siano proprio tre musicisti campani  del calibro di Francesco Nastro al pianoforte, Massimo Barrella alla chitarra e Marco de Tilla al contrabbasso ad accompagnare Lauren Henderson in questo suo ‘debutto’ partenopeo non fa che che accrescere, e sensibilmente, l’interesse e l’attesa per questo concerto.

Pietro Mazzone