La vita è come un piatto di pasta

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Con Ale Ruspini e la bella featuring di Shary si canta un singolo che piacerà alle radio dal titolo “Masterscef” che attinge a piene mani non solo dal pop italiano, ma anche e soprattutto dalla scena commerciale del momento. Che poi questa similitudine assai utilizzata e ormai inflazionata, ci piace tantissimo: la vita è come stare in cucina, come un piatto da preparare, come una sacerdotale missione da masterchef. E giocando con la parola intitola così il primo singolo di lancio estratto dal suo esordio “Alevation”. E per tutto l’ascolto gli ingredienti sono sempre quelli: pop commerciale, soluzioni da grande ascolto e qualche buona trovata elettronica che non fa mai male.

 

 

 

Ale Ruspini e Shary. Da dove nasce questo cocktail di lavoro?

Nasce intanto da un amicizia di più di 20 anni e soprattutto, venendo da due generi diversi, io dal rock e lui dalla dance, dal voler unire due voci contrastanti in un’unica “ricetta” divertente, ironica ed attuale come “Masterscief”. Siamo molto soddisfatti del risultato e questa è già una piccola vittoria.

 

Un disco molto ricco di riferimenti sonori e testuali all’attualità consumata in lungo e in largo nei contenitori di massa. Sei d’accordo su questo mio punto di vista? Come la vedi?

Ogni persona vede le cose a modo suo, a me piace parlare in modo diretto alla gente anche nelle canzoni e, nonostante spesso gli argomenti siano condivisi da molti, nelle canzoni si scrivono testi talmente banali che viene quasi da piangere. Nella canzone “Ti ho visto battere il cuore” parlo dell’amore tra una musulmana ed un cristiano dicendo “ti sto scrivendo ed è finita la punta, ci sono volte in cui non basta la carta per dirti quanto ti voglio”… beh, quantomeno ci provo ad essere il più originale possibile. Per dire ti amo in una canzone si può scegliere se arrivare al cuore con un colpo di scena o girarci solo intorno con le solite parole. Quindi alla fine il problema non sono i contenitori ad essere gli stessi, ma chi scrive i testi che non ha grandi idee. Musicalmente invece adoro gli U2, quindi volevo proprio che si sentisse questa parte della mia anima.

Questo “Alevation” quindi che messaggio vuole portare? Ma, soprattutto, a chi lo vuole raccontare?

“Alevation” è un disco onesto, sincero, nudo… a volte allegro e spesso riflessivo in cui cerco di spiegare con il mio linguaggio l’amore per diverse cose e posti. Ognuno ha il proprio posto del cuore. Il messaggio? Beh, è per tutti anche se non voglio essere uno che dà consigli… comunque potrebbe essere “godetevi quello che vedete dalla mattina alla sera ed anche se ci sarà da soffrire, non passate ore senza dare l’anima per sentirvi vivi”.

 

Nella crisi discografica che viviamo quotidianamente: chi è la vittima e chi il boia?

Lo dico a modo mio: la vittima è l’utente che avendo la possibilità di scegliere tra miliardi di canzoni da scaricare non sa poi più cosa ascoltare e cosa scegliere. Tutto si appiattisce e finisce in una cartella senza copertina. Se hai la possibilità di avere mille dischi gratis non andrai mai a comprare uno. Il boia? Beh, diciamo che i talent musicali di sicuro non sono il massimo 🙂 ed hanno una visibilità ed una forza terrificante.

 

Elevarsi spiritualmente: lasciandomi ispirare dal titolo di questo disco, secondo te la musica dovrebbe ambire a tanto? La musica di Ale Ruspini?

No, non voglio essere presuntuoso. La musica deve fare stare bene, deve solamente essere il dottore giusto al momento giusto, perché quando ne abbiamo bisogno c’è sempre… ma, come dicevo prima, non deve essere nascosta in mille cartelle del computer ma davanti a noi in un cd con copertina e libretto da aprire e poi mettere a palla sul lettore. La musica di Ale Ruspini spero sia cantata e sentita il più possibile e spero diventi una compagna di viaggio per tanti.