QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO al Teatro Carcano

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Al Teatro Carcano di Milano è in scena, fino al 15 novembre, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, per la celebre regia di Alessandro Gassmann. Lo spettacolo si ispira all’omonimo romanzo  che Ken Kesey pubblicò nel 1962, dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico californiano. Attraverso gli occhi di Randle Mc Murphy, uno sfacciato ma astuto delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera, lo scrittore raccontava la vita dei pazienti di un ospedale psichiatrico statunitense ed il trattamento coercitivo che veniva loro riservato. Qualche anno più tardi, nel 1971, Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento scenico, costruendo così la base della sceneggiatura del film di Miloŝ Forman, interpretato da Jack Nicholson ed entrato di diritto nella storia del cinema.

Oggi, la drammaturgia di Wasserman torna in scena, rielaborata in chiave squisitamente italiana e più attuale, dallo scrittore Maurizio De Giovanni. Ecco, quindi, che Randle Mc Murphy diventa Dario Danise (magistralmente interpretato da Daniele Russo), la cui storia, assieme a quella dei suoi compagni e di Suor Lucia (Elisabetta Valgoi), intransigente direttrice della casa di cura, si trasferisce nel 1982, nell’Ospedale Psichiatrico di Aversa. Qui una serie di situazioni al limite tra il paradossale ed il reale si intreccia con un canovaccio di battute che si susseguono a ritmo serrato;  discorsi pungenti, toccanti, a tratti anche ironici o sarcastici, ma sempre tremendamente “veri” danno vita ad un testo che vuole essere una lezione d’impegno civile, un atto d’accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all’interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito.

“La malattia, la diversità, la coercizione, la privazione della libertà restano i temi portanti dell’opera – spiega Gassmann – Dario (il mio McMurphy) è un ribelle anticonformista che comprende subito la condizione alla quale sono sottoposti i suoi compagni di ospedale, creature vulnerabili, passive e inerti. Da quel momento si renderà paladino di una battaglia nei confronti di un sistema repressivo, ingiusto, dannoso e crudele, affrontando così anche un suo percorso interiore che si concluderà tragicamente, ma che riscatterà una vita fino ad allora sregolata e inconcludente”., sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell’uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e fa riflettere”.