Faccio quello che posso…

0
18

Il nuovo disco di Fabio Criseo si intitola proprio “Faccio quello che posso…” ed il motivo è assolutamente didascalico: un’intera produzione discografica realizzata solo con telefonini, tablet e pochissimo altro. Un nuovo lavoro pubblicato dalla Interbeat Records che vede anche la partecipazione di un bambino di 9 anni alla realizzazione del video di lancio del singolo “Misonoinnamoratadjax”. Perché in questo disco di musica pop d’autore, Fabio Criseo denuncia il potere dei media e i relativi miti che crea, ne fa anche ironica problematica di vita e questo singolo, già tormentone radiofonico, ne è un esempio. Ma punta anche in alto, alle alte sfere del potere discografico più che a quelle dei sentimenti. Un disco che non grida al piacere assoluto o alla novità, ma vuole solamente dimostrare quanto si possa realizzare con la sola invincibile forza di volontà… dimostrazione ulteriore di quanto siano potenti i mezzi che abbiamo sotto mano ogni giorno e forse, almeno per la maggior parte degli utenti, neanche è ben chiaro.

 

 

In una produzione simile pensi ci siano più limitazioni o più orizzonti raggiungibili?

Ma credo che un buon pezzo abbia orizzonti raggiungibili, anche voce e chitarra. Ora bisogna stabilire se il pezzo è buono o no. La realizzazione è funzionale al brano in questo caso, esalta l’idea.

 

Ascoltando di seguito le tracce mi resta la voglia di capire: un disco che denuncia o un disco che cerca reazione?

Le due cose sono correlate e hai colto nel segno facendo questa domanda; cerca di evidenziare alcuni aspetti umani e di conseguenza non può non venirti voglia di reazione, bisogna vedere quanti vogliono la reazione e quanti no. Siamo molto forti uniti ma soli, spesso, siamo deboli, divisi e presi da falsi obiettivi che distolgono la nostra attenzione dal TARGET vero.

 

Trovo molti punti di contatto con la scena cantautorale di oggi. Una direzione che hai scelto o che ti sei ritrovato per ovvi motivi di produzione?

Una direzione che mi piaceva, bisogna anche dire che ogni periodo storico ha le sue influenze e un certo tipo di brano cantautorale è sicuramente attuale. Anche qui ognuno ci mette il suo stile melodico e creativo con le proprie idee.

 

 

Ci racconti quel è stata la chiave di volta per dirigerti verso una scelta di produzione di questo tipo?

Primo motivo la praticità di creare ovunque io fossi, secondo motivo i bassi costi. Io credo che una buona idea valga anche voce e chitarra, come dicevo prima, ma l’arrangiamento dà quell’identità accattivante, credo che i brani siano giusti così tutto sommato. Certo con produzioni con budget importanti ci si può sbizzarrire ma occhio a non cadere in fronzoli accademici suonati e prodotti eccellentemente ma privi di anima.

 

Si stanno testando davvero tutte le vie alternative per presentare la propria musica. Secondo te cosa davvero non abbiamo mai provato?

Non lo so, me lo chiedo spesso perché per la musica indie ha bisogno di grande risonanza, anzi ora è molto meglio del passato grazie ai Social ed alla digitalizzazione. Alla fine devi diventare virale ma per diventarlo devi avere davvero una grande idea e gli artisti sono tanti e di grande qualità. Credo che essere se stessi e insistere siano due buone strade da percorrere.

 

Un tempo i cantautori suonavano in solo, con la propria chitarra o con un pianoforte. Oggi secondo te si torna al minimalismo però digitale? Cioè vedremo cantautori che suonano in solo con il proprio telefonino?

Ma perché no, anche; però un brano voce e piano live è sempre una gran figata che non morirà mai. Grazie a tutti davvero e ciao.